Volontà - anno XIV- n.5 - maggio1961

DISCUSSIONI PRECONGRESSUALI Autocritica s;i:po:~:1:0 ~do:no \~:i:1: :: JHtrso sul n. l di Volontà « Tiran– nia o libertà? » di Sig(ried, per con• tinuare il discorso, così come ave– vamo 1>romcsso, ed anche perchè le critiche contenute in esso sul mo– vimento anarchico si ritrovano spcs• so nei discorsi di molti compagni e prevediamo riudirle nelle discussio– ni del prossimo Congresso che apri• rà i suoi lavori <1uando i le1tori ri– ceveranno questo fascicolo della ri– vista. Ci, pare, quindi, che il no• stro discorso abbia ùna certa attua– lità. Consideriamo di a, 1 er già risposto all'articolo di Sigfried con la nota polemica che facemmo allo scritto di G. Leval,t là dove egli dice che tra il sistema di società occidentale e quello dell'URSS o dei paesi del– le cosidelte democrazie popolari, egli preferisce il primo, perchè, tro• va che in (1uello, citando Luce Fab– bri, 1< è riconosciuto ai cittadini il diritto alla parola, alla stampa, al– l'auociazione, allo sciopero, senza di cui nessun mi,gli.orame,ito sul ter– reno sociale è vossi,bile, o ricevuto dall'alto, al primo urto si verde ». Ciò non significa evidentemente che si possa parteggiare per il governo che lascia quelle libertà. 1 La scelta del minormale, V, n. •• apri• le 1961, pag. 231. Anche durante l'ultima guerra vi erano anarchici che si auguravano la seonfilla di Hitler e di i\fussoli– ni, ma ciò non significava che vi fossero « anarchici di Churcill » o <( anarchici di Roosvelt >,. Se non era possibile fare la nostra solita cam– pagna contro la guerra, vi furono tuttavia anarchici « obiellori di co• scienza» negli S.U., e in Inghilter– ra compagni noslri forono trasci– nati davanti ai tribunali e condan– nati per la loro propaganda antimi– litarista. Quando si pone il problema di una scelta ci sembrano d'oro le se– guenli parole di Mala1esta: « .•• i,t ogrii circosla11:a si ha una scelw da fare se11:ache per <1ucsto convenga se,npre di lasciare la pro– pria strada diretta e mettersi a fa• vorire tutto quello che si giudica possa indirettamente giovare. ...Noi possiamo per es. desiderare che vada al potere un ntinistero piuttosto che un altro... ma a che gioverebbe la debolezza e la cecità cli un ministero se per farlo andare e mantenerlo al poi.ere diventassimo noi stessi dei sostenitori del governo? ...Una cosa giova solo a condizio– ne che non costi nulla o, al più, che cosi.i materialmente e moralmente meno di quello che vale ». 2 ' Umanità ft'ot:a, 8-9-1920. 261

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