Volontà - anno XIV- n.5 - maggio1961

" Il giudizio della coscienza,, S o T T o Q u Es T o titolo e 1>rcndendo lo spunto dalla mor– te di Tito Zaniboni, sulla terza pa– gina del « Corriere del la Sera » del 31 Dicembre 1960 è apparso un ar– ticolo di Manlio Lupinacci, la tesi del quale dichiara moralmente con– dannabile qualsiasi delitto politico, fosse pure dirello contro il pili odio– so dei dittatori. Incomincia - 1mr esprimendo la intenzione di non mancare di rispet– to alla memoria di Zaniboni - col sentirsi ancora «scandalizzato» per il !atto che diversi anni or sono l'at– tenlatore di Mussolini fu chiamato a far parte, con l'approvazione del re, del Governo Badoglio. « Incom– prensibile mi parve che un vecchio e onorato soldato (il Badog1io) 1 un uomo che per educazione e abitudi– ne alla morale militare avrebbe do• vuto non vedere altra forma di lot• ta che il combattimento a viso aper• to, potesse suggerire per espediente politico quel nome al Ue, e il Re lo accettasse. 1 011 mi disorientava quel che di strano e spregiudicato era nel caso particolare, che porta– va al governo l'onorevole Zauiboni per il titolo di attentatore alla vita del Primo ministro di quello stesso sovrano, dal quale ora gli veniva ri– chiesto il giuramento: non avevo bisogno di questa considerazione per sentirmi turbato. Se invece del 25 luglio monarehico•militare, a tra– volgere Mussolini e il suo regime fosse stata un'insurrezione popolare con l'istaurazione cli un Go, 1 emo repubblicano, avrei trovato ugual• mente non lecito invitare a farne parte l'nuentatore d'ell'albergo Dra– goni». Può darsi che ci sia stata una cer• la incongruenza politico. militare; ma per noi questo non ha interesse. Quello che effettivamente c'interes• sa è la tesi che ne ricava l'autore dell'articolo, per condannare in sen– so assoluto qualsiasi delitto politico. « Ju un Paese civile - continua Lupinacci - iu un Paese che voglia educarsi alla civiltà, il delitto po– litico non può, non deve cos1i1uirc titolo di merito o di gloria nemme– no se sulle sue conseguenze si fon. di l'avvento del regime nuovo ». In un certo senso (nostro, non nel senso inteso dall'autore sopra. scritto) gli si potrebbe dare an• che ragione, in cruanto il delitto po• litico risolve un bel nulla se l'at• tentatore intende di occupare il po• sto vacante. D'altronde l'anarchismo ha sempre disprezzati simili cruenti « cambi della guardia ». Il vero - e potremmo anche dire razionale - scopo del delitto politico è tutto concentrato nella volontà pienamen– te consapevole di far cessare o aJ. meno di esprimere una fattiva ribel– lione verso una tirannia senza scru– poli. L'attentatore che si dimostra un vero giustiziere della storia, si rende pago e consapevole solo di questo. Tuttavia si }lUÒ riconoscere che anche Wl semplice « cambio 303

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