Volontà - anno XIV- n.5 - maggio1961

della guardia >> talvolta può condi– zionare il futuro di uu popolo in modo meno doloroso di quello a cui l'avrebbe condotto la follia o la stupidaggine del dittatore soppres– so. Come sarebbe stato il caso - e nh1uanto probabile - se si fosse l'ealizzato l'i.ntcuto cli Zaniboui, op• pure l'a1tcn1a10 del conte Von Stau{. fenherg contro la pazzia politico• sociale di Hitler. Ma Lupinacci non ammelle nes. 1mna eccezione: « La difesa del ti• rnrmicidio, specialmente nel nostro tempo, è facile: quante sventure non possono essere scongiurate d:i un col1>0 cli pistola, da una pugna– lata, dall'esplosione di tma bomba?)) Si capisce! Ma questo non signi• fica di.fondere il tirannicidio come sistema abituale o come principio, bensì dimostrare la positi,,a inelut– tabilità di. un gesto omicid'a matu– rato da una lunga serie di errori e di orrori politico-sociuli. In questo caso « il giuclizio della coscienza » è ben pii1 positivo nel. l'attentatore che nella vittima. Qual– siasi legge hn i suoi limiti; anzi lo uomo politico dovrebbe essere pro. prio il primo a rispettare la vita e Ja libertà dei propri sudditi; e quan– do non lo [a è grandemente più col– pevole lui che un disgraziato ci11a– dino il quale sia sospinto dalla mi– seria a com1>iere un reato contro la ·proprietà. D'altro canto possono e~. servi giudizi della coscienza che talvolta hanno il diritto - e dicia– mo pure anche il dovere - cli por– si al di sopra delle stesse leggi. Dal fatto - prendendo eserupio dal– l'ultima es1>erienza bellica della Germania - di terminare una guer• ra in modo « decoroso )) 1 come si era espresso Von Hassel nel caso 304 che Hitler fosse stato soppresso, cioè senza orrendi delitti assoluta– mente ingiustificabili (poichè lo so– no già abbastanza quelli che deriva- 110 dalla guerra in <1uanto tale), al fatto di terminarla nel modo in cui è terminata, solo perchè anche un dittatore pazzo e senza 1>ietà- se– concio la morale di Lupinacci - deve assolutamente morire di morte naturale, questa ci sembra senza· al– tro una differenza di ((destino sto• rico » al<1uanto note,•olc. Tutta,,ia, continua l'articolista: « Non è facile, lo so, pronunciare parole che suonino condanna del tirannicidio, specialmen1e poi pro• nunciarle in lingua italiana. Noi siamo il popolo che pili di ogni al. tro, se addirittura nou sian10 il so• lo, nccetta il delitto politico come tm mezzo legi11imo di clifesa dei propri ideali ». Che talvolta non sia facile pro– nunciare parole cli cond'anna del ti– rnrmicidio, siamo d'accordo non so– lo noi, iu qualità cli libertari, ma pùre tanti altri che sono lontani dal• la morale anarchica. In certi casi non si tratta cli essere coerenti con una pro1H·ia e particolare ideolo– gia, ma di senso pura1uentc umano che si ribella nel modo pili reciso contro inqualificabili pazzie politi. co-sociali. Quanto poi alla difficol. tà di e<pronuncinrle in lingua italia• na », questa ci sembra un'afferma. zione del tutto arbitraria e par,-:iale. D'altronde un certo senso ragio• nevole dovrebbe far contprendere che se appena a1>pena l'uomo poli• tko si mantiene entro un cam1>0,al– meno discreto, di ragionevolezza e di onestì1, a nessuno certamente può venire in meutc di sopprimerlo con violenza; salvo uci casi delle cosi-

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