Volontà - anno XIV- n.5 - maggio1961

CO R R SPONDENZE l. Abbozzo di un dramma Parigi, maggio 1961 e o s ì D u N Q u E, dopo due anni di potere personale, esercitato per mezzo o al di sopra di un governo la cui unità era fatta soltanto di fedeltà alla sua persona, il Generale-Presidente ha avuto un bel giorno la sorpresa d'una rivolta militare. Circostanze aggravanti: da molti n1esi erano stati operati parecchi cambiamenti negli stati-maggiori, allo scopo di non mantenere in carica e non metlere nei posti-chiave se non generali fidati; e le trattative col Fronte di Liberazion Nazionale, per decidere le sorti dell'Algeria erano state fissate per una data imminente. Ora, il colpo di nrnno è scoppiato proprio nell'Esercito e in Algeria. La democrazia parlamentare era stata messa in soffitta perchè il potere avesse i gon1iti liberi e fosse io grado di agire con la massima efficacia. Ciò non ostante, proprio nel campo degli affari algerini, la dimostrazione dell'inefficacia ha raggiunto una chiarezza più unica che rara. La follia, il disorientamento e la paura hanno, dalla parte del governo, regnato durante 48 ore. Il capo dello Stato fu preso dalla stizza, dall'ira, poi dai riflessi diiensivi. L'assenza d'inlormazioni precise su <1uel che succedeva in Algeria ha consentito una vera e propria intossicazioue degli ambienti dirigenti di Parigi che sinceramente credettero all'inten•ento dei paracaduListi. Di qui, un vero subbuglio, nel quale si udivano appelli - per lo meno inaspe!lati, da parte degli uomini del 13 maggio 1959 - alla resistenza popolare, e dove si videro gli clementi degaullisti, soci:al– d'emocratici e socialisti di sinistra recarsi al ministero dell'Interno per riceverne un casco e un paio di scarponi. All'intossicazione di Algeri rispondeva <1uella di Parigi. E si può <lire con tutta obie11ività che la condotta della maggioranza degli organi ufficiali risendva piit del circo equestre che della pubblica amministrazione. Mentre i giornali e la radio assumevano il tono della cc Patria in pericolo))' i buoni borghesi si precipitavano, fin dal lunedì, alle banche per ritirare il loro denaro, e le massaie arraffavano lo zuc~hero e il sapone nelle drogherie. Rari furono quelli che tennero la testa a posto e non cascarono nella trappola clelle dichiarazioni governative, nè nel delirio delle false notizie e dei rumori. Senza dubbio i t( para» s'erano impadroniti d'Algeri e i primi segni non indicavano una (ermezza molto risoluta nei reggimenti e nelle altre unità che si trovavano nelle varie regioni d'oltre mare. E senza d'ubbio gli attentati al plastico erano avvenimenti quotidiani nella capitale 298

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