Volontà - anno XIV- n.4 - aprile 1961

tano 11 poca tel'TII umo!I 1I 6ume, al 1111N'!, (Mohi contadini pensano che le frane to– no opere di magie e contro di eue ,olo Dio può f1rci qu1lcl1eeou), Si 1prcc1no i villaggi ( o Copp@m'ni, 30 e1ue ,u 40 ,la quotlro onni rimangono vuo– le: oc11uo e luce monccmo, e ,un,bbe foci– liisimo procurorle in poclii iiorni'), Qunti, ,ono i ca!li pii1 vi,tOfli ili 1preco, liii quanli altri ne conlicue il lihro. Mo di tuui gli 1pree.hi , quello che Danilo Dolci coruidera il più 1ran. è lo 11)rtt0 degli uomini, delle loro br.cci1, delle loro intel– ligenze. delle loro volontà • ...non po,u. dem/o i nece,,ari ,rrumenti tecnico-c11f1Hroli, non Mnno ehe roramenle e confu,omente COMI rolere, come t.'Olore, come premere, ~ me atmiore ini:iotit..., •· Nel libro ei rono capitoli tecnici, di1gra111, mi, alnti!liche ed inchieuc, ma ciò cl1r, 1nù imprt.11io111 tono i racconti degli 1h•ui obi– tauti 1ulle loro condizioni ,ubumanc e tra• ~ritti coai nel loro linguaggio 1"!117.a 1i11taui ,ono fortemente etpttMivi e dran11n1tici. Al di ,0110 delle parole 1i acnte una ~llunione uma111, E Danilo Dolci avverte che non to– oo ea,i choc, tono cui di genie airnile • tutto il tttlo della popola&ione. Forte, il documento più terribile è rin, chiesta del prof. Silvio Pampiglione dclln Univerai1à di Roma sulle condit:ioni igie• nico-unitarie di Palma di Mon1cd1i1ro, il patse del Cartopardo. Il 90 per cento delle ca!e IOIIO ,fornite di acqua: moltiMime ,fornite di finestre o non abi1abili perchè umide; senza gabinet• ti e quui tutte invue dai topi, e«. • ... Se ci ,i oddentra ndl'interno delle ■hilfuioni rer,o ,era, quando /e famiglie dei broccionti ,i preparono al ripo,o notturno, ,i t:edono ,cene inducrit:ibili: cinque. dieci e pii', person• eh• 1'att0lcono in un ,olo t:ono; muli, a,in1', capre, &olline, t0tthinì • uo– mini coobitonti; 1:ecchi umicolo,i e bambi– ni lolUmti, molo/i e so11i, fi&li e &lmilori am• muccl1ia1i iruieme allo rinfusa ,11 le.lii ru• dimentoli, lalt:olta per terra... E al mattino tutti que&,li uomini e que- 5/i onin,ofi ,i rit.~nono da qudle ecr,e "' 252 quel~ ,t,ode per ricominciare la !oro f• tiCOJO quotidiano e,i1ten:a. Su lutlo 1i posa 1m t.-elo 1'mpolpobile di 1,ofrere ies.so ,o. Cfirieo ,li re1i1foi fecali i11 e,tole: ,li fan&o. Ìrl ini·emo • (p:,.gg. 95-96). E i ,·enni intl'lltiuali i,1fe1111no i ragaui ,li tru~ti misenhili 1>.eti. Nel M,9 per tcn• lo tli barnbini 90110 llfCKt1li gli 05.!uri. nfl• 1'11,1 per cento gli ucaritli e nel 34,S per cento le tenie n:111e. • Le tlrade mancano di fognature ecc. ett. •· Si potrebbero oonlinuare le ci1axioni. ~ gnuna delle quali mellerehbe in luce una piag•, un l!!>Ctlo lragioo di una 1itu111ione. E1,pure Danilo Dole.i avverte che: • Nu- 1un libro riu«irà a dare l'impreuione, lo urto che dà I• risione diretto. Nntinua di questa reultà. o me&,/io /'immer1ione in NIII (11011epiSOtlica o Mi111ituristico,) ... Qui non pouiomo at:ere cl1e irn rifleuo. U11 libro è pulito, non pu::a, lo 1i le«ge ,li ,oli10 se– duti • non aQam•ti, porlo ,opr•tulto •l cer• Wlo e per tlue giorni, non anc/,e al nllSO agli occhi olle orecchie a tutto lo per,ona: non ,i ,cfro/a leggendo. 110n ,i riscl1ia di i:omitore come copila con1minan1/o in tanle urode, da Po/ermo a C..mn1•ra10. da Co,. /eone a Palma di Alonltthiaro, o Lù:oia, CCX'.• ( pag. 20). Ecco perchè Ot111ilo Dolci ir11iate a:ulla ne, ttaili di ,·ivere vicino o, coloro che l111mo liiao1no di u.seire dal loro IIAIO Ji alienati, di dinntare uomini e cilladini, Ed egli «r• ca una s1n11l1 pii, ,,era di 11uella che non 1ia110 le 11ron·itlent:e dall'•lto - che non cambiano mai le 1ituaaio11i. nè 111igliorano ali uomini - ; 11 tariti clie umilia, remi- 1razione di m1111 (quaodo ci aarelibe tanto bitogno di lavoro nel noatro paete); le 15.!C'– gnazioni-lottcrie, che illudono e (anno !pe– rare inutilmente, La 1ua OJ>eraoonaisle nel ridare all'uomo 11 fiducia in te lleuo, af6n– chè egli 1ro,·i in aè e nel 11101irouimo le ,·~ lontà e le energie per 11,eire dall'abiei.ionc malcriale e morale in cui ti 1rova. Un libro da leggere 1t1en1amen1e. da me– ditare e sopratlutto da non dimenticare. F. S.

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