Volontà - anno XIV- n.3 - marzo 1961

tradizionali della 1>opolaiionc tedc– aca; ma nella realtù si dette, con la legge sul trattato di pace approvata dalla maggioranza, possibilità al go– verno di ii1trodurre nella legislazio– ne dell'Alto Adige tutte le disposi– zioni di legge ritenute opJ)ortune, questo senza consultare il parla– mento. « Il solo modo per non suscitare un irredentismo alla rovescia e per prevenire l'acuirsi del separatismo e la divisi~ne delle due provincie » - continua il Turati. Invece: « Il go– verno, sotto l'influenza della nostra burocrazia accentratrice ed incita, ha già fatto nell'Allo Adige un'opera dissennata quanto insipiente, diretta a suscitare malcontenti, irredentismi, odi cd ostilità implacabili ... Il Go– vernatorato militare dapprima, in seguito il Commissariato generale civile, suggestionati cd imbottigliati dai pochi clementi interessatamente o fanaticamente nazionalisti del Trentin~, non hanno fatto fin qui che un'opera di snazionaliz~rnzione violenta, hanno commesso ogni sorta di attentati contro la scuola, contro la libertà, contro il diritto di riunio– ne (perfino i segretari del partito po• polare sono arrestati e processati per motivi politici) ... Si condannano al carcere i genitori perchè rifìulano di mandare alla scuola italiana i loro figli, e si condannano aUa multa ed al carcere, senza l'ombra di un eon• tradittorio e di un dibat1imento, in base ad una esumata ordinanza im– periale austriaca del 1854, che ra1>· presentò già il colmo della reazione austriaca contro gli italiani ». Turati concludeva: « Dobbiamo rispettare tutte quelle liberlà, tutte crucllc autonomie, tutte quelle leggi e quelle is1i1uzioni a cui l'Alto Adi– ge ha diritto, perchè suo patrimonio nazionale e tradizionale .... Un qual• siasi diverso" atteggiamento prepare– rebbe, in un non lontano avvenire, non solo la rivolta immancabile di que1le stesse regioni così fiere delle loro tradizioni di libertà, a cui in– cani insulsa il commissario genera• le, perseguitandone e violandone i simboli, i monumenti, perfino la me• moria degli eroi; ma in quella terra che in avvenire, o autonoma, o uni• ta all'Italia, o ricongiunta al Tirolo del nord, è destinata a diventare una terra di incontro delle stirpi, un campo di fusione e di conciliazione di due grandi civiltà; in quella terra la sopraffazione sull'elemento tede– sco per una forzata unità nazionale, in realtì1 antinazionale, si gene– rerà il fomite di nuovi fermenti di guerra ». Le promesse ed i progetti non mancarono. Nel discorso della Corona del 1 ° dicembre 1920 si garantì, agli italia– ni di lingua tedesca, il massimo ri• spello delle loro istituzioni autono– me e dei loro usi locali, ed un de• creto dell'8 novembre 1921 creava 1)erfino una commissione consulta– tiva per lo studio delle autonomie. CLAUDIO CANTINI (continua) 179

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