Volontà - anno XIV- n.3 - marzo 1961

che se,·ere che possono (arei, ed in quello che di nuo,•o possono dirci. Abbiamo avuto modo di conoscer– ne parecchi di <1uesti gio,,ani nel Com•cgno che si è s, 1 olto a Genova nei giorni 24, 25, 26 febbraio u.s. Si è trattato di un convegno di stu– dio a carattere nazionale, ben pre• parato ed organizzato, sul tema: « Fascismo di ieri e di oggi » a cui hanno 1>artecipato, od im 1 iata la lo– ro adesione, rappresentanti dei mo• vimenli giovanili dei partiti di sini– stra e delle orga11j7,7,azionioperaie, e studentesche; circoli di cultura e studio di varie cit1ì, d'Italia, riviste di gio,•trni. Il tema eia discutere se era ricco di richiami nl pnssnto era nnche di viva attualità. I gionni che abbiamo visto succe– dersi alla tribuna probabilmenle a– ,·e,•ano incomincialo a sentir parlare di fascismo sui banchi della scuola. Fra di loro ci saranno stati coloro che, ingannati dnlln retorica e dalla bella facciata con cui il fascismo si presentava, saranno passati attraver– so l'esperienza fascista. Molti, anco– ra giovani, sono già carichi di delu– sioni, per la miscre,,olc fine del re• gime in cui avevano creduto, per la guerra che hanno vissuto o sofferto, per la diCfieoltà di tro,•are valori nuovi, in cui credere, dopo il !alli– mcnto degli ideali della loro adole– scenza o' giovinezza. E', quindi, un bisogno di conoscere il passato, cli ,·edere chiaro nel presente, di ricer. care vie nuove veramente rinnova• trici, che ha spinto <Juesti giovani ad incontrarsi ed esporre analisi di situazioni, ad enunciare i pro• blemi fondamentali di oggi, accen– nandone a qualche tentativo di so• luzione. Se Genova era stata scel– ta come sede del Convegno perchè era stata, nel giugno scorso, la pri– ma città d 1 l1alia ad esprimere la sua grande cd energica prolesta contro il fascismo, ciò non significa che que– sti giovani confondano il fascismo con il partilo continua1ore di quello che per venti anni ha tcnulo schia– vo il popolo ilaliano. li fascismo è un fenomeno più diffuso e radicato nella ,•ila del nostro paese. Lo si ri– trova nelle volontà autoritarie della classe dirigente, nelle tendenze tota– lilarie dello Stato italiano, che pur si definisce democratico, nelle strut- 111rc economiche, politiche che rego– lano l'alluale ordine sociale. Lo si rilrova nella fabbrica (fab– brica e scuola sono state al centro delle discussioni) nel cui interno esi– ste un ordine 1>0liziesco .. (Qualcuno ha dello: « Enlrando in una fabbri– ca si ha l'impressione di entrare in una galera »). Si tenta di limitare il dirillo di seio1>ero, si assuntono gli operai secondo criteri discriminato– ri, si ostacolano o si impediscono 1e allività sindacali o i com1>iti della Commissione Interna; si indaga sul– le idee politiche degli 01>erai, si al– tenia alla loro libertit di coscienza ( io molli pos1i di lavoro vi è persi– no il cappellano di fabbrica). E la scuola? E' forse molto diver– sa oggi dn quella che era durnnte il fascisr.1,10?,Lu Scuola di Stato è sempre piÌI in decadenza, mentre vi– cino ad essa prospera la scuola pri– vala, cioè la scuola dei preti e c•è in atto il tentativo, con o senza emen– damento Franccschini 1 dj incremen– tarla maggiormente a s1>ese dello S111to.Non sono soltanlo le condi– zioni di estrema povertà in cui si trova la scuola iinliana oggi a rcn- 157

RkJQdWJsaXNoZXIy