Volontà - anno XIV- n.1 - gennaio 1961

di peu!iero, ha tro,•alo 1>ochi ade– renti Ira le masse popolari ed ancor meno Ira gli intellettuali. Non è qui il caso di indagare sulle ragioni che hanno ostncolato ]o svilu1>po delle idee n1111rehiche tra le classi i111el– lc11unli. Bu1;1ndire quel che tnuli in1ellettuali hanno detto e ri1>c1uto a giustificazione del loro disintercs• ltCi e Belle idee ma troppo complcs• se, di difficile cd impossibile attua– zione•· Per <1ucl che riguarda le masse llOpolari, la ris1>0sta J>ossiamo darla noi stcm-i. « Ci siamo tenuti troppo lontani dnl mo,•imento operaio ». L11p11rlcci1>azioneanarchica ai rno– ,•imcn1i classisti, è stntn in gran 1>urtc incidentale meutrc uvrcbbe dovuto cssci-c la sua prima e mng• gior,~ utti,•ità. Attraverso il lavoro tra le masse, sarebbe stato più facile raggiungere gli intellettuali. La noi,tra propaganda Ira le mH– i-e è s1atn fotta nella stessa maniera di <1mrndo dall'aho si getta il se– me su di un eampo incolto. Poco ne germoglia e il rendimento è di po,•ern <1unlità e quantità. Laddove e quando pili dn vicino ci JJinmo interessali del 1novi111ento operaio, prendendo attiva parie al– la roluzione dei problemi sindacali, a:!l ..ume.ndone le responsabilità della leodersl1ip, le nostre idee han tro• uto più fertile terreno. i dirà che questo poco o niente ha di che ,,edere col problema Est• O,•est. lo penso tutt'altro. Son con– , into che il nostro isolamento dalla villi pubblica è dovuto dal nostro di1Hncco, d111la nostra muuennzu di 1rnrtcci1,azione ai movimenti di im– mediato interesse dei lavoratori. Ci i-;i11mo •·osi fabbricata una nic- d1ia nella quale !>iamo rinrni.ti rin– chiusi e dalla quale non sa1,11iamo liberare.i. Ci siamo illulli di J>OSSC· dcre una forza cht' mni nbbiomo a• vutn e ci sinmo formRti 11 •·ontem• plnre certi eventi lwlli dclln sloria del nostro movimcnlo, comr ;;eque– Rti dovessero bthilarc n gi11~1ificare la nostra inat1ivi1ì1 <'d inromi,cten• za dell'oggi. Ed intanto continuiamo ad illu– derci col falso senso di for-u che in effetti non ()OSSediamo. Si sente spcuo parlare e <1unsi osannare • l'individualismo » del popolo ital.iano. E' forse per effet– to di tanto individunlismo caotico, senza meta e senza scopo, che il J)OJ)Oloitalinuo è govcrn11to dai pre– ti e J>arsi prepari u Carsi governare dal concistorio comunista, dopo aver gustato tutte le delizie del venten• nio !ascista? l\fo lasciamo da pnrte l'Jtalia. Per mal che sia, essa rap1>resenta una oasi di delizie rispeuo a quella che è la selvaggia esistenza delle popo– lazioni nello maggior parte dei pae• si del mondo. Rivolgiamo uno sguurdo verso i paesi dell'Asia, vereo il continente Africano, ora che tanto si parla del– la formazione Jei suoi nuovi stati e delle acquistale nuove e libertà •· Si guardi in giù, al aud della fron– tiera che separa g.li lati Uniti dal Messico"; fin giù all'estrema !)Unta dell'Argentina e del Cile. Conati di rivolta si lc,•11110 di tau. 10 in tanto dalle Americhe latine, 1ra,•crsauo il contincnle nfricauo e ,:.eue risente l'eco dalle pii, lontane t.·onlrade asiatiche. Sarebbe incorugginutc, di buon nuspido, se qm·i sintomi di rivolta 47

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