Volontà - anno XIV- n.1 - gennaio 1961

Ad esempio: veniamo accusati di incongruenza quando non votiamo nelle amministrative, in quanto il comune rappresenta un problema di. , 1 ivo interesse per l'azione liberta– ria; e di qui la conlraddizione e. sprc,;~a Ira il nostro dire e il nostro /are. La ragione si presenta invece ab• bastanza chiara: la sostanza dello attuale voto amministrativo non è ahro <'he un ramo politico (cioè una deci,;a intromissione della classe che domina) che s'innesta in un mccc<.mi:,;mo comunale il quale, al contrario dei ministeri, polrebbe a– vere effe11ive possibilità di coordi– nare razionalmcu1e le risorse del la– voro e del pensiero, o almeno di avere una visione piì1 immediala delle necessità e dei 1u·oblemi socia– li iu genere. Mentre i ministeri so– no dei lumaconi senza fiato, supre– mamente bul'Ocratiei e pessimi am. 111inis1ratori. Quando il ministero del tesoro, ad esempio, si trova in difficolti1, può sempre telefonare alla zecca di meuere in moto le stampatrici. Questo non è possibile per il co– mune, i I quale deve arrangiarsi col proprio bilancio; poichè i due ter– zi dell'incasso delle tesorerie vmmo a finire nelle casse governative. È dmH1ue naturale, per la poli– tica dominante, che a questa sia ne– cessario avere il proprio zampino in ogni comune. D'altronde non so– no pensabili comuni verau1ente Ji. bcri e al tempo stesso di.pendenti da una massiccia struttura autori– taria, cioè svincolati dalla soggez– zioue di una data classe dominante. t; u.u volere la 1>ie1rafilosofole o la bacchetta magica delle fate. Non occorrono difficili indagini Jlcr constatare l'azione subdola cd insidiosa di chi veraruente domina nel meccanismo delle amministra– zioni comunali. Uno degli esempi piì1 significativi l' abbiamo nelle giunte cosidetle difficili, ove l'om– bra del commissario - ombra che finisce col divenire concreta e pres– sante - è appunto la conseguenza della stessa sostanza del gioco po. li1ico. In nhri termini, si rende evi– dente molto pili l'interesse stretta– mente politico, piuttosto che un fi. ne che sia integralmente utile a tut– te le com1mi.til. Plebisciti cli carattere mmnini– strntivo possono essere giustificati solo quando il fine delle vo1azioni ,,erte effettivamente verso un intc. resse collettivo. Ad esempio un co– mnnc, 11011 avendo fondi sufficienti per realizzare due programmi di la– vori entrambi di pubblica utilità, J)Otrebbe dou1andare ai suoi citta– dini c1ualc dei due programmi ri– tengano che al momento sin piì1 necessario. Insomma intendiamo significare che i I voto, per sè stesso, non è qualcosa di stupido o di assurdo. Espresso come un ragionevole pa- 1-ereo come un certo diritto di esi– stenza. Ma queste, purtroppo, non sono quasi mai le reali contingenze o le vere sostanzialità implicite nel· le camJ>agne elettorali. Ecco perchè riteuiamo - ormai ammaestrati da una lunga esperien– za - che « il gioco non vale la ,-an– clela >>. M,rn10 l)i\1. MOLIN 45

RkJQdWJsaXNoZXIy