Volontà - anno XIII - n.11 - novembre 1960

Anche nel Partito Socialista, dopo vna lunga parentesi riformista, dal <'ongresso che terrà a Reggio Emi– lia, saranno chiamati alla sua di– rezione gli uomini della sinistra ri– voluzionaria. Non sono in pochi a pensare che, forzando un po' la si- 1uazione, tutto il malcontento che andava continuatamente maturan– dosi Ira le masse lavoratrici, avreb– be potuto sfociare in un movimcn• to rivoluzionario e portare ad un mutamento dell'assetto politico del paese. L'Unione Sindacale Italia (U.S.I.), fofluiva in maniera importante su alcuni settori operai, quali i metal– lurgici e i gasisti di :Milano, i mi– natori in Toscana e i cavatori in Apuania, sui contadini delle Puglie e i metallurgici genovesi, ecc. L'a– zione rivoluzionaria di questa gio– vane organizzazione aveva assunto tale importanza, in alcuni centri, che in pochi casi essa era determinante e riusciva a trascinare tutto il po– polo. Anche fra gli anarchici vi era u• na ripresa d'attività. Si parlava con insistenza di un possibile ritorno in Italia di Errico Malatesta, da h.111- ghi anni rilugiato in lughilterrn. Già alla fine del 1911 e ai primi del 1912 egli aveva con insistenza C• spresso l' intenzione di riprendere una parte sempre pii1 viva cd atti– "a in Italia. A questo proposito, in data 15 settembre 19ll, scriveva al suo amico e compagno Luigi Fab– bri: « Ho intenzione di mettermi a prendere parte più attiva al nostro movimento in Italia, e forse più tar– di venire ad abitarvi ». Pensa che la situazione sia favo• revole e la preparazione di un mo- vimento rivoluzionario necessaria. Sa altresì però che, base indispen– sabile per lo sviluppo di un'azione rivoluzionaria è quella di avere nelle mani un giornale e tramite suo poter seguire e commentare gli avvenimenti. Perchè è attorno ad un giornale che si possono enuclea– re le for-,r;eindispensabili per umo– vere le masse, e così, prima anco– ra di decidersi al ritorno, 1>ropone– va al gruppo anconetano, nel qua– le contava moltissimi amici oltre che c:ompagni di fede, che esaminasse– ro le possibilità della pupblicazio– nc di un settimanale. Il gruppo di Ancona ritiene la cosa di difficile realizzazione e le trattative si dilun• gano, e il tono scoraggiato e sco– raggiante degli anconetani, ed in modo particolare dcll'Agostiuelli, al quale il 1\falatesta si era inclirizza. to personalmente, lo ave,,ano fatto rinunciare, per il momento, all'im– presa. L'idea del settimanale era tro1>po cara al Malatesta pcrchè la abbandonasse, anche se altri non erano troppo entusiasti. Così, do– po aver scritto all'uno e all'altro, illustrando In sua iniziativa, quan– do, poco più di un anno dopo, l'oc– casione gli si presenterà di nuovo l'accetterà con entusiasmo. Nel 1913 saranno proprio gli anarchici di An– cona, tramite l' Agostinelli, che lo inviteranno ad accettare la direzio– ne di un giornale. La situazione è sostanzialmente mutata e le condi– zioni per un movimento rivoluzio– nario sono più favorevoli. Malatesta è immediatamente d' accordo co11a nuova iniziativa, anzi ricorderìl, in una sua lettera all'Agostinelli, che quella è la realizzazione della sua vecchia idea. « Quando uscii dalle 657

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