Volontà - anno XIII - n.11 - novembre 1960

venire che l'autorità suppone la subordinazione, per potere predisporre l'interrogativo successivo (e più iruporlanle per quanto attiene alla riso– luzione del problema) se, cioè, esiste la possibilità di fare a meno della relazione che le due parole (autorilà e subordinazione) rappresentano e « se - date le condizioni attuali della società - noi potremo dar vita ad un altro stato sociale in cui questa autorità non avrà piìa scopo e dove, per conseguenza, dovrà scomparire >). Interrogativi non privi d'interesse ideologico e metodologico, se con– dotti con un'analisi conseguenziale e logica, senza deviazioni e senza ca– ,·illazioni. Purtroppo non è così per lo scritto di Engcls, che è da consi– derarsi uno scritto a soluzione prestabilita e predeterminata, in cui gli elementi dell'ipotP-si non procedono lineari verso la formulazione della tesi e non giungono ad una sintesi sillogistica. Infatti, partendo dalla giu– sta premessa che le condizioni economiche, indui:ltriali cd agricole della società borghese « tendono a rimpiazzare di più in più l'azione isolata, con quella com.binata desli individui» poue questa conclusione (esatta): « Ala chi dice azione combinata, dice orscmizzazione » e avanza il seguente interrogativo: « ora è egli vossibil,e avere l'organizzazione sen::a l'auto– rità? >> (Ci si aspetterebbe dall'Engels un riferimento alla massima orga– nizzazione, espressione patente dell'autorità, cioè allo Stato, perchè è su questa istituzione artificiale che, pili specialmente, si discuteva, e non sulla organizzazione aziendale di piccoli, medi o grandi complessi. Ma seguiamo l'Eugels nella sua disamina ...). « Prendiamo >) - scrive - « a mo' d'esempio una filatura di cotone. Il cotone deve passare almeno ver sei operazioni successive ... » nelle quali sono impegnati operai, uomini, donne e fanciulli che « sono obbli– gati a cominciare e a finire il loro lavoro a ore determinate dalla autorità (sottolineato da noi) del vapore, che !i beffa dell'autonomia individua– le »... « Poi sorsono in ciascuna sala e ad ogni i~lantc questioni di detta– glio sul modo di produzione, sulla distribuzione dei materioli, ecc., che bisogna risolvere subito, sotto pena di uedere arrestarsi mtta la produ– zione; che si risolvano con la decisione di un. dclesato preposto a ciascuna branca o con un voto di maggioranza, se ciò fosse J>Ossibile, la volontà di qualcuno dovrà sempre subordinarsi (sottolineato ancora da noi); vale a dire che le quest.ioni saranno risolte autoritariamente (altra nostra sottoli– neatura)>). E conclude: « Jloler abolire l'aut.orità nella grande itidust.ria, è voler abolire l'industria stessa, distrugsere la filatura a vapore per ri– tornare alla pannocchia ». Da questo esempio si rileverà come proceda il ragionamento dell'En– gcls; come, altresì, i termini autorità, autoritario, autoritariamente ven– gano dislratli alla accezione piena del significato e come, infine, siano, almeno in una considerazione (quella dell'autorità del... vapore!) in con– trasto con la sua stessa definizione (il yapore ... estrinsecante una mani– festazione di volontà contraria alla nostra, è un'amenità!!). Ma, volendo rispondere, una per tutte, alle considerazione dell'Engels, seguiamolo 651

RkJQdWJsaXNoZXIy