Volontà - anno XIII - n.10 - ottobre 1960

siva contro le maestranze tipografi. che che rifiutavano di sottomettersi .al lavoro serale, nello sua qualità di Segretario agli luterni il Crispi dette ordini severi contro la men. dici1à, il vagabondaggio e le som• mosse agrarie scrivendo, in una cir. colare indirizzata ai governatori del• le provincie siciliane in data 5 giu– gno 1860: « I Questori non devono aver ahro agli occhi che il rispetto -della proprietà e l'iuviolabilità del• l'individuo e del suo domicilio». Il 18 giugno una circolare inviata ai magistrati dell'Isola dal Segreta. rio alla Giustizia Guamcri invocava speciali rigori per i reati contro la proprietà e le vite dei privatit « rea• ti che, nei tempi che corrono, sono in verità reati contro lo stato ». Il 30 giugno infine si fa chiaramente appello alla legge marziale << onde impedire che possano riprodursi delle scene di luror popolare che pur hanno avuto luogo negli in(re– nabili momenti della insurrezione». E' qui che acquista tutto il suo si– gnificato la frase del governatore di Messina Ugdulena (8cdt1tu parla– mentare del 5 aprile 1861): « Jl go• vcrno della Dittatura, che non era un governo rivoluzionario alla fran– cese, non volle spogliare quelle ma– nimorte delle loro proprietà; per• chè stimava che la proprietà, in qualunque mano ai trovi, è sempre sacra». Si spiega pure cosi la ragione di certe «: magnanime» contribuzioni dei proprietari di terre e di minie• re alla causa di Garibaldi. Significativo del resto il fntto che, nella slessu corrente crispina, le lo– mcntcle non si (acciano attendere e che già nelP ottobre 1860 il corri• spondentc Carboni scriva sul gior- nale di Crispi: « Quando, quando però il go•emo di Sicilia darà J>fO· ve che la rivoluzione si fece anche per il bene ciel popolo proleta• rio? ». Verso la metà del maggio 1860 erano iniziati i disordini. Il 19 mag. gio l'lntcn<lente Provinciale di Gir– genti scriveva al maresciallo De Ri– vera che « in tutta la provincia so• no comparse bnnd'e armate, che ns• saltando i piccoli comuni han fat– to dapprima man bossa sulle casse regie e coruunali, per poi anco vio• lare la proprietà privata ». I dispacci piovono da ogni parte. Il 20 maggio il brigadiere Clary scrive da Catania che « la miseria è a tal punto giunta che la dispcra– ziouc delln bassa gente la porterà ad eccessi ». Il 13 giugno si appren• de dal governatore di Caltanisetta che « i faziosi han gettato lo scom– piglio intestino, hanuo lordato di sangue fraterno il paese, e saccheg• gi di case private hanno avuto luo– go, non che bruciamenti di pubbli– ci archivi e manomessioni di pub– bliche casse»; anche a Vallelunga gli insorti hrnciamno gli atti del– le. cancelleria giucliziaria. Contro gli zolfatari in rivolta arrivano, il 21 successivo, delle guardie nazio• nali da Palermo (la Guardia Nazio• uale giuocn, in questa difesa della proprietìt, il ruolo di gendarme dei ricchi). Nel distretto di Bivona (A· grigento) tutti i paesi sono control– lati da gente in armi che si oppone alla coscrizione obbligatoria cd i r,rincipilli proprietari hanno :issol• dato numerosi banditi (i quali sco– razznuo nelle campagne in maggior numero dopo che le prigioni, di Pa .. lermo o Colanin specialmente, sono siate aperte) a protezione dei loro 621

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