Volontà - anno XIII - n.10 - ottobre 1960

RETROSCENA IGNORATO DEL RISORGIMENTO Le rivolte contadine siciliane dell'estate l860 u :rio:r!1: ~r la~ibj~ 1 l:u;:::~ la Sicilia è troppo spesso trascura. to: quello delle insurrezioni che ac– compagnarono l'arrivo dei« Mille», insurrezioni che passarono presto, in molte località dal semplice carat– tere politico a quello nettamente e– conomico, tanto da <lovere essere considerate come vere e proprie lot– te di classe. Qualcosa di simile era avvenuto durante i moti del 1820 e del 1848. Se i palennitani, i messinesi ed i catanesi parteciparono attivamente all'impresa di Garibaldi, i siciliani delle campagne - in grande mag– gioranza braccianti senza terra e con scarso lavoro - furono molto più tiepidi cd il loro entusiasmo cadde del tutto quando si accorsero che la promessa di dividere le terre non ve. niva messa in pratica. Anche quel– le poche innovazioni realizzate non erano sempre producenti: cosi se la tassa sul macinato era stata abolita, i mont.i fnunentari erano ora in ma– no a gruppi di speculatori. Il vicerè borbonico scriveva - al– la vigilia della « spedizione dei l\fil– le » - che « i liberali insieme ai contadini onesti hanno compreso che la rivoluzione è contraria ai lo– ro interessi e custodiscono i rispet– tivi comuni ». Ed Ippolito Nievo co– sì si csprimcu. in una lettera datata 620 1 ° luglio 1860: « Le squadre sono composte per la maggior parte di briganti emeriti che fanno 18 guer– ra al governo borbonico per poter– la. fare ai proprietari, tanto è vero– che adesso noi dobbiamo farla da carabinieri contro i nostri alleati di ieri». E' possibile che, ncll' intenzione– almeuo, Garibaldi volesse arrivare alla distribuzione delle terre dema– niali ed alla diminuzione delle im– J)Oste fondiarie. Nella realtà però, le leggi emesse durante il periodo– dittatoriale erano ben lontane <fa questi fini. Con una serie di decreti il Dittatore fissò, in teoria, i prezzi massimi delle merci; stabilì, altret– tanto teoricamente, l'apertura di un asilo infantile in ogni cnpoluogo di circondario; si occupò del regola– mento dei debiti comunali; abolì il baciamano ed' il titolo di eccellen– za e parlò della graduale abolizione dei dazi di consumo. Anche se l'allora « rivoluziona– rio » Crispi si compiacque di pro– clamare, sul suo giornale « Il Pre– cursore », che il governo di Garibal– di era un governo prettamente ri– formativo, nella pratica delle cosi belle frasi furono smeutite. Dopo avere approvato il rivale– La F!lrina nella sua azione repres-

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