Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960

la pena di morte, la quale, ben si vide, altro non era che vende1ta, di cui conservava la sostanza, sebbene attuata iu forme esteriori diverse. Tale spostamento di posizioni, ol• tre ad essere giusto e rispondere ad un principio di equità, fece plauso soprattutto alla ragione, la quale, come abbiamo accennato, è uno dei tre elementi fondamentali da cui traggono origine ed alimento tutte le azioni umane; in altri termini volle essere il risultato o la sintesi in cui trovano soddisfazione le sim– patie, gli istinti bestiali e la ragio– ne, ultimo stadio dello sviluppo della mente umana. Ma questo mu– tamento di posizione, o, per me– glio dire, ampliamento in quanto sintesi psicologica completa della legge penale, giustificatrice della a• boJizione della pena di morie, do– veva condurre la legge in uno stato di privilegio rispetto ai singoli allo scopo di garantire la sicu– rezza pubblica e la serietà della l.cg– ge stessa. La pena di morte fo per– ciò sostituita da quella dell'erga– stolo. Qui non si vuole discutere su que– sto tipo di pena, essendo il presente scritto diretto alla ricerca di quegli elementi, insostilnibili senza offen– dere l'essenza del diritto stesso, che militano contro l' adozione della pena capitale da parte d'uno stato civile. Innanzi tutto si fa ossen,are: V'ha nella vita cosmica una forza univer– sale, indubbiamente identificabile con l'amore cosciente ed incosciente insieme, che, premendo sulle cose, le costringe ad una laboriosità ri– produttiva, da cui nessun essere, a meno che non sia anormale o in 520 istato patologico, si può sottrarre. La nascita degli esseri viventi, uo– mini ed animali, è pertanto deter– minata d·a una volontà superiore a quella del singolo, ad essa trascen– dente nel tempo, ma non nello spa– zio. Da tale forJ:a cosmica si spri– giona, parallelamente, il principio di socialità, in virtia del quale na– scono gli aggntppameoti che, nel caso umano, assumono un carattere molto serio, si rivestono di elemen– ti morali, giuridici; hanno un gran– de potere di per(euibilità che si realizza attraverso un processo di esperienza chiarificatore procedente all'infinito. Risulta evidente allora che la vita è un evento con circola– rità ineguale eterna, indipendente dall'individuo, nella quale il singo– lo rappresenta una doppia parte: quella di essere strumento di tale forza cosmica espansiva, e, ad un tempo, quella di essere attore, cioè artefice del proprio destino, che egli va forgiando in una trama infinita di rapporti, secondo le sue possibilità mentali. La prima par– te non si realizza quindi a suo vo– lere e va sempre avanti anche suo malgrado, mentre per l'assolvimento della seconda parte, che si compie sotto il suo controllo, l'uomo im– piega tutte le lor.le a lui disponibi– li; intelligenza, intuito, volontà, e– sperienza, memoria, nonchè tutto il complesso d'energie rinvtnibili nella sua natura d'uomo. Mano mano che la vita procede nei suoi molteplici aspetti, l'uomo va acquistando esperienza nell'arte, nella scienza, nella morale, nel campo del diritto e sopratutto nei suoi rapporti sociali;· gli si chiari– scono le idee a scapito dei 11regiu– dizi e di certe abitudini malsane e

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