Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960

stensono i loro soverni contro l'imperialismo stellato, i proletari d'Europa che aderiscono ai partiti parlamentari di opposi:ione, &li alserini. e gli altri africani che nelle formazioni militari e guerrigliere lotlano per l'indipen• denza nazionale, tutta questa grande moltitudine umana che per ora fa sol– tanto da sfondo alle lotte politiche è aninwta dal desiderio di cambiare le cose in maniera concreta e non !Oltanto alla !uperficie. Mentre per le bor– glte.,ie in a!Ce!a le parole cli indipendenza e cli libertà hanno un valore uti• litario e contingente, per i popoli che ri!pondono al loro appello quelle !te!se parole hanno invece un significato etico ed integrale e rappresentano la soluzione definitiva dei loro mali. Sono dunque tre i personaggi sociali della movimentato vicenda del nostro mondo: il vecchio padronato tenacemente attaccato ai suoi privilegi pericolanti, il nuovo padronato sorto dall'ultimo sviluppo tecnico ed esten– sivo dello civiltà e che urta nella sua ascesa contro i vecchi imperi - ed infine il popolo che aspira ad una società più umana. I veri protagonisti della vicenda sono però i primi due, mentre il terzo agisce in sott'ordine in funzione subordinata, ma le sue aspirazioni si fanno .,empre più chiare ed imperiose e quando arriverartno ad esprimersi in forma autonoma con rivendicazioni di classe e finalità proprie, allora e soltanto allora la nostra epoca diventerà rivoluzionaria. Afa un tale sviluppo della situazione è finora imprevisto dagli osservatori politici. L'Italia ripete su scala ridotta e finora incruenta la situazi.one politica mondiale che abbiamo ora esaminato; infatti il nostro paese riassume in picculo le condizioni sociali ed economiche del mondo, presentando zone altamente sviluppate e zone c/epresse fino al primitivismo. In Italia c'è l'A– merica e c'è l'Africa, ci sono cioè le due ltolie oramai ben definite nel lin• $uagsio corrente. Il contrasto tra nord e sucl, città e campagna è da noi una vecchia questione che pesa come una palla di piombo nel cammino della nost.ra storia, ma oggi con l'evoluzione tecnica e politica in corso si impone una scelta decisa e senza me::i termini: o che si impernia il nostro sviluppo economico nei centri e nelle industrie già in piena efficienza e si dà mano libera ai padroni del vapore abbandonando al loro destino e al /liuso mi– i;ratorio le zone arretrate, oppure si mettono al guinzaglio i grandi potentati <lelnord con mrusicci interventi statali per l'industrializzazione del sud. Que,ta seconda soluzione che politicamente si t.raduce nella ben nota combinazione di centro sinistra, farebbe leva &ulleind1utrie cli stato e sulle nazionali:za:ioni delle fonti di energia che oltre a valorizzare la borghesia del siid, favorirebbe col ribasso delle materie prime la media e piccola in– dustria alleviandola dalle clifficoltà per l'accresciuta concorrenza estera. In questa seconda soluzione si rivendica una più equa ri.partizione del reddito fra Ja borghesia nazionale che metterebbe anche tutto il nostro ca• pitalismo ~µ. un piano di più razionale sviluppo. È quella steua riparti:io,te del reddito che impronta tutta la vicenda politica mondiale e tenta dare un più stabile equilibrio al capitalismo internazionale; del resto la soluzione 482

RkJQdWJsaXNoZXIy