Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960

80 Ja pretesa di dispensare libcrlà C• conomiche e di pen8iero. Si obiellerà che tali principi 8ono intrin8eci alla stessa natura umana, e che è vana la speranza di trasmu• tsre Peesenza di tale natura. L'uomo è quello che è: il meglio che pos– siamo fare è quello di attenuare gli eccessi di tali principi. Tullo il rc– slo è utopia, come la pretesa di scal– zare il principio della gravitazione u– niversale; cd è per questo che il pensiero anarchico sovente è taccia– to, anche da chiare intelligenze, di « generosa ingenuità •· La lettera dei sacerdoti baschi propone appunto di attenuare un ec-– CC880 di autorità, ma naturalmente è ben lontana dal voler esplicitamen– te la soppressione di tale principio, Noi libertari ·ai vonebbe certamente qualcosa di più; ma è appunto que– sto qualcosa in più che - secondo tante teate - è utopistico, assoluta• mente irrealizzabile. E' sempre la storia ( e &empie smentita) di tante altre realizzazioni, di tanti altri progressi che dappri• ma imponibi.li finirono col divenire realtà. Nella prima metà del seèolo flCOT• so, quando si trattò di cambiare la materia prima delle navi, ai riteneva im.po.t.tibile - anche da diversi com• petenti - che navi costruite in fer• ro pote.,sero galleggiare. li fìlosofo francese A. Comte dimo.ttrò che sa– rebbe stato sempre impo.t.tibile alla mente umana scoprire la costituzione chimica delle stelle; e verso la fine dello slesso secolo, diversi dotti pro– varono che sarebbe stato impo.t.tibile in,•entare una macchina volante più pesante dell'aria; come se la natu– rale realtà degli uccelli non foS.!le 516 mai esistita. E non vale l'obiettare che il carattere del progresso tecnico non ha da che (are col carattere del temperamento umano in genere; per ;1 (atto naturale e semplicissimo che Ja tecnica è pur sempre un frutto di– retto d.ello stesso temperamento. Da altronde anche in campo strettamen– te sociale si potrebbero citare nume• rosi esempi di realtà che in tempi più o meno lontani furono ritenute impo&1ibili. L'imponibilità è sempre ancora al senso comune; e tale stato spesso è proprio anche delle persone colte. Queste, quando affermano che una cosat è impO$.tibile, non si accorgono che non fanno oltro che esprimere le insufficienze 1ecniche o sociali di una data epoca. Affermare, ad esem– pio, che sarà sempre impossibile rag– giungere Marte, non ha aigoì6cato. Lo ha invece l'asserire che oggi nou abbiamo ancora C8Cogi1ati i mezzi per raggiungere quel pianeta. Cosi l'asserire che le nazioni non pos• 11on,> sussistere senza gli eserciti, è pure privo di significato. L'espres– sione esatta è: l'epoca attuale non ho. encora trovati i giusli rapporti politico-sociali attraverso i quali si reolizzerà l'abolizione degli eserciti. Tutto questo naturalmente non si– gnifica che tutto quello che passa nell'immaginazione umana si debba per forza realizzare. La realizzazio, ne delle cose poggia sempre sul fon– da naturale e razionale della storia in atto, sui valori indeclinabili della vita, del pensiero e della stessa na• tura. Fare la parte del lupo e preten– dere di vedere i greggi contenti, questa si è impO$$ibilità, <1uestasì. è utopia ...

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