Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960

pa della vita poli1ica, tende ad a,·e– re simpatie ed avversioni verso par- 1icolari forme o slrutture sociali. Egli stesso, d'altronde, non può sot– trarsi ad un certo stato di classifica– zione sociale: volente o nolente è sempre immerso nella storia in at– to, è obbligato avere un particolare giudizio circa il mondo sociale che lo circonda. Inoltre, molto meno appariscente, ma alquanto possente nell'animo de– gli individui, esiste un 1irannico fattore di carattere psicologico. Di– fatti è quasi impossibile resistere al– l'impulso che sospinge l'uomCMl co– municare ai suoi simili i propri scritti, le proprie invenzioni o le proi>rie scoperte. E se talvolta re– stano rinchiuse nei cassetti, <1uesto quasi sempre è dovuto a circostanze indipendenti dalla diretta volontà dell'autore. ln certo qual modo la si può considerare una specie di va– nità di grado ele,·ato; d'allronde necc&snria, ahrimcuti le comunità umane non avrebbero mai progre– dito. Perciò il problema non va im– postato sulla solita serie dei se (se nesstmo si preseniasse ai distretti, non vi sarehbe piìa militarismo; ,,:e tutti disertassero le chiese, automa– ticamente non avrebbe piì1 ragione di esistere il potere ecclesiastico; se... ecc.). Non si può dunque so– gnare una « congiura del silenzio » da parte di tutti gli scienziati, circa le formule o i dati tecnici che pos– sono condurre a spaventosi arma– menti. Tale congiura fa parte del regno dei se; e come tale non renliz- 508 zabile. li problema vn impostato su basi più realistiche: affrontato con pieno coraggio e sul convincimento che anche i piccoli passi avanti fi– niscono coll'essere decisivi per il be– nesse-re comune. La saggezza, ed an– che il semplice buon senso, sono e– lementi che costano carissimi: tal. volta interi secoli di sforzi e di sa– crifici, spesso intrisi di sangue. Certo, ripetiamo, sarà pure l'urto poco complimenloso delle cose che metterà un pò di ordine nei nostri cervelli. L'importante è quello di non affidarsi interamente alle ideo– logie ed' ai piani piì1 o me.no gran. diosi degli uomini di Stato; ma in– vece, e sopr11tutto, di osservare e di studiare pi'1 profondamente tale contraccolpo delle cose in genere; al <1uale, di solito, non diamo alcu– na irnportanzn. Con c1uesto non è sotLinteso che lo scienziato, J>assivamente, conLi– nui a dare il suo OJ>erato all'uomo politico. Semmai, con piì1 intclli. gente scaltrezza, adot1i il tàeito ma e,•idente siste1ua pii1 o meno imJ)li– cito in ogni forma di Stato: questo, J>rima di accontentare i sudditi che veramente lavorano, accontenta sè stesso. Perciò lo scienziato cerchi prima di servire un saggio volere della scienza, poi - se avanzerà tempo e sollo condizione - si rin– fon:i pure la dentatura dei lupi; fa– cendo loro comprendere che se è vero che potranno pili facilmente fa– re strage Ira i greggi, finiranno pu– re col divorare sè stessi. MARIO DAL MouN

RkJQdWJsaXNoZXIy