Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960

paiono, in complesso, prima dei lo– ro figlioli, Jacqucs Mari1ain 1 filosofo cattoli– co, muove due critiche degne di no– ta al pouulato del progresso inde– finito, e precisamente: 1) che se o– gni pensiero, ogni rifonna ed ogni buona azione dev'euerc sostituita preato o tardi da <1ualcosa di mi– gliore, non v'è niente che possa a– vere valore i.n 8Ò e per sè; 2) che, poichè ad ogni dato momento, l'ul– timo passo fotto è sempre il pila a– vanzato, non è possibile trovare al progresso uesstma direzione chia– ra e certa. Il vizio fondnmcntnlc della teoria del progresso ò poi, per Juc<1ucs Mn– ritain, la ,ma 1uancanzn di valori trascendentali, di valori cioè che dipenderebbero da Dio e non dal– l'uomo. Con ciò gli anarchici non sono d'accordo, prima di tutto per. chè il Dio di Maritain è il Dio di una particolare religione, la cui vo– lontà non si può conOKerc che at– traverso una data Chiesa, e 1>0i è sopratutto perchè per far del bene non c'è bisogno di credere in Dio, ma basta, per e8Cmpio, avere un i– deale. L'ideale ha 8Cmpre occu1>ato nel pensiero e nella prassi anarchica un i>osto di prima importanza, malgrado che non se ne siano mai, o ben rnrarncntc, indagate le basi filosofiche e psicologicl,c. Siano que– ste quello che siano, gli Anarchici credono tuttnvia, in via di nrnesima, alla validità universale di certi prin- 49.1 c1p1, che sono fondamentalmente quelli del diritto naturale. Alcuni anarchici sono pure pronti ad af– fermare cl1e ogni individuo ed ogni società si avvicina all'ideale o se ne allontana non senza una certa mi– sura di libera scelta e quindi di re– SJ>0nsabilità. Ora se tale è la posizione tipica degli anarchici, è chiaro ch'cssa non ha bisogno di appoggiarsi sul pro– gresso indefinito, comunque lo si qualifichi o lo si descriva. Da que– sta posizione gli uomini e gli avve– nimenti si giudicano secondo il gra. do ed il modo in cui incarnano e r.ivelano l'ideale od invece lo ne– ~ano e lo deturpano. E' grazie a un costante rifori– mcnto al suo ideale che l'anarchico si salva dal divenire uno schiavo e supino adoratore della Btoria. Egli non guarda con falsa compHsione e disprezzo agli uomini del passa– to come necessariamente grezzi, bruti o eomunque inferiori agli uo– mini di oggi, nè guarda a quelli del– l'avvenire come necessariamente su– periori. Egli abbraccia nel suo con• cetto di fratellanza quelli che non sono più e quelli che non sono nati ancora, ben sapendo che In 1>assio– ne degli uomini è di tutti i secoli e di tutti i climi, e che la gloria come il martirio della libertà non sono il privilegio di ncssu.ua c1>oca, di nessun popolo e di nessun indi– viduo. GIOVANNI BALDELLI

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