Volontà - anno XIII - n.7 - luglio 1960

« Vieni qui e forse mi riconoscerai» disse Ivan, nascondendo il sor– riso nella barba. La zia si avvicinò. Con la testa spiegata da una parte l'osservò pen-– sierosa.: « No, non indovino ... Chi cerchi? » (( Lo sapevo che non avresti indovinato. - Ivan si mise a rider.e e su– bito si scoprì. pere/tè. aveva troppa voglia di sbalordire la zia: - Sono Ivan, tuo nipote ... Kasimov! » « Vaniushlw ... - bisbigliò lentamente, incredula, la zia, e fece un g~sto co11, la mano - ma no! ... Non raccontare storie! » « Ma sì., è vero! Sono io, zia Pasha » disse Ivan, preso da un ancor maggiore impeto di allegria, e si mise a ridere guardando il viso <Lella .::ia che si allungava per lo stupore. « Vaniushka! - questa volta la zia pronunciò semplicemente il nome e si mise a pùmgere. - Non ha avuto proprio pietà cli te la vita. Come ti ha conciato ... ». « Non è rn.1.lla ... ho ancora tempo di vivere )) disse I-van facendo.~i co– raggio. La zia esaminava senza riguardo, con rude sincerità, come sanno fare i vecchi contadini, le cicatrici violacee, la barba incanutita, le guance in– fossate: « Come sei invecchiato >, concluse con amarezza. « Dì piuttosto come ho fatto a rimanere vivo - rispose Ivan sen;a offendersi. - Quanti ne sono morti dei nostri! E io fovece ... eccomi qua! E lo zio dov'è? ». « Ah - la zia fece ancora un gesto triste con la mano - languiva, lcmguiva, e si è spento. So,t0 già tre anni. Ma pere/tè ti faccio stancare? Vieni, vieni - disse a rm. tratto tutta preoccupata. - Non so neppure cosa offrirti ... ». Mentre la zia toglieva dalla stufa <1ualcosada mangiare, Ivan aprì la valigia e, con.cura, reggemlolo su tutt'e due le ma,ti, le offri un raglio cli /hm.ella per un vestito. « Oli, grazie - la zia sorrise con la bocca sdentata: - Non ti sei di– m.enticato di me ». « E questo è per le due sorelline. Dove sono? n. Anche a loro egli aveva 1>or1-0to due tagli di stoffa stampata, più vivace. << Anna è sposata; vive a Alcovka. E Sciure11J,a uerrà a casa verso .,era. E' nei campi». Dopo un po' di esitazione Ivan, imbarazzato, decise di tirar fuori anche i regali che aveva portato per lo zio: << Non so che farmene ... Ciac– chè lo :::.io non c'è più, forse puoi darli al genero>,. E mise sul tavolo una camicia di tela ricamata e un portasigari di pelle. « Troppa grazia per lui. Gli basterà il portasigari. La camicia portala tlL e buon 11rot.i faccia » clecise la zia. Tuan si mi.se a ridere. Verso sera venne Sciurenka, una ragaz;a bassa e tarchiata. Natural~ mente non riconobbe il cugino e a lungo wn·tinuò ad osservarlo. « Che c'è? >l le domandò finalmente Ivan. « Siete molto cambiato ... Sulla fotografia siete completamente diverso » 468

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