Volontà - anno XIII - n.4 - aprile 1960

dcmc ed avvedute. Poichè a tale as– sestamento si oppongono vecchie forze che non vogliono sacrificare la loro egemonia alle nuove esigenze della società capitalista, lì nasce la aspra contesa che impronta la no• stra cronaca politica. Gli ultrM no• strnui si sono agitati ed hanno mi– nacciato il finimondo non contro il pericolo di un rovesciamento rivo– luzionario ma contro le stesse esi– genze clella società capitalista e que– sta constatazione ci porta a correg– gere l'abittuline mentale di vedere i fatti sociali soltanto sotto il pro– filo dell'urto fra le classi. Si è sempre portati a pensare che i gruppi dirigenti scatenino guerre o impongano dittature per sventare 1>ericoli di assalti rivoluzionari da parte del popolo. Ma nei casi clic abbiamo esaminato d'eg_li ultrM alge– rini e di quelli nostrani, il prolcta• riato era fuori questione e non v'era alctm pericolo di rivolgimenti socia– li. Anche se vi sono stat.i pronuncia– menti popolari allrnverso partili ed organizzazioni sindacali essi sono -stati in .funzione subordinate e del tutto innocua, e la causa determi. nante dei fatti rimane nell'attrito e nelle contraddizioni ira gruppi diri– genti. Non è una crisi del capitali– smo ma una crisi nel capitalismo portato a superare le vecchie forme colonialiste e del mouopolismo pri– vato. I gruppi capitalisti che si tro– vano minaccinti dalJa stessa evolu– zione del capitalismo reagiscono con lo stesso furore che reagirebbe di fronte ad un assalto ri"oluzionario delle classi oppresse. Troviamo dun<JUC nelle vicende sociali, nel loro dinamismo e nel loro ·progresso due tipi cli contrad– dizioni. La sola contraddizione Lrn classe dominante ed oppressa, la lot. la fra padroni e schiavi, nobili e plebe, capitalisti o proletari si dimo– stra insufficiente n spiegare certi fat• ti cd iutieri periodi storici; ad essa bisogna aggiungere le contradcli:z:io• ni interne della classe dominante, la lotta fra gli stessi gruppi dirigenti della società. In taluni periodi sto• rici qt1esti due tipi di lotta sociale si intrecciano e contribuiscono in U· guai misura allo svolgimento dei fatti; in altri periodi prevale or l'u• no or l'altro tipo di lotta. Dall'in– dipendenza nazionale fino alla pri• ma guerra mondiale la pressione ri• voluzionaria e l'urto fra le classi ha certamente avuto un ruolo determi• uante nello sviluppo storico e socia– le, ma dopo la prima guerra fino ai giorni nostri questo genere di lotta è andato declinando fino a sparire completamente lasciando il posto alle couteSe interne di un capitali– smo in evoluzione. Naturalmente la differenza fra questi duo tipi di lotta sociale è ta• le che danno una caratteristica ed un volto diverso alle epoche che im• prontano di sè. Iniatti la lotta fra gmppi dirigenti pur ammantandosi di ideali e di parole d'ordi11e che cercano cli far leva sui sentimenti U• mani è una lotta che rimane inchio. data sul piano utilitario d'egli inte• ressi particolari che non hanno mai la lorza di rappresentare il bene CO• mune dell'intera collettività sociale. E l'intelligenza politica cliiamata ad amministrare e comporre in sistema di equilibrio questa pluralità di in– teressi particolari è incapace cli tro– vare in essi quell'interesse generale che ogni governo pretende rap1>re• sentare. Ln ri"ol1a o la pressione della classe oppressa investe invece 217

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