Volontà - anno XIII - n.4 - aprile 1960

che fosse ancora \'alida, moralme11- te valida, la posizione di rifiuto del– la violenza? Non era pintto~to quc• 1Ha posizione una collaborazione, non significava in pratica rendel'8i complici di quel regime? Tanto pii1 che noi non eravamo ebrei e questo può significare maggior colpa. Mi si dice che in un caso come questo non sono in diritto di giudicare se una pel'8ont1 vuol essere salvata o no. Anche se questo ragionamento non è per mc valido, posso dire ad esem1>io che Hpevo bene che Anna Frnnk voleva essere salvuta dalla sua condizione di sepolta viva, e così pu– re le migliaia di ebrei che vc.ni, ,n– no uccisi giornalmente nei campi di co,1centramento. Ed anche il dire dio l'unica azione valida verso gli nhri è il colloquio, se ha cerlameute la sua parte di validi1à, ad un cleter– mmato rnomcnlo perde significato: e 1)1c-cisnmeulequando se non mi di– f,.ndo vengo ucc.iso: il risultato è sempre lo stesso: o io o l'altro non esistiamo pit1. Credo che si po!!a es– sere pacifista nnche senza essere o– bieuore di coscienzn, anzi credo che i;.ia 11::i dovere il prendere le armi <11rn11do si tratta di salvare e far prc– volere <1uei"alori che sono alla base di lutti gli uomini i.o <Juanto uorni. ni, percl,ò credo fermamente che questi valori esistano e volgano per tulli, nuche se alcuni o molli ccr• cano di cancellarli sostituendoli con altri. Relatore: Stiamo attenti con la storia dei valori. 'on sono che deJ. le idee. che l'uomo ha inventato. Ma l'uomo non d'eve morire per le sue invenzioni, nè materiali nè psichi– che; come ci ha bene insegnato Stirner. Quarto interlocutore: Se fossi un uomo, è chiaro che rifiuterei il ser• vizio miJitarc, obietterei; poichè lì si tratta di preparare, a freddo, la guerra, comunque si giustifichi il fatto. Ma non è importante farsi am– mazzare, anche questo acceuo; ciò che credo rifiuterei, è il non reagire alla vista - non per sentito dire, forse - di una uccisione. Ln mia reazione sarebbe allora spontanea, forse soltanto cercherei di disarmare colui che vedrei esercitare tale \'ÌO• lenza. l\fa forse anche nrriverci, ad ucciderlo. Ciò che si deve evitare è la prepa• razione alla violenza; e l'uso della violènza come meno preventivo per impedirne un'altra. Poichè questo è veramente sbagliato. F. ARACIA. (*) Credo c/ie piU di uno ,enlirà il bi, iotno di con/11tore con • oriomenli • certe affermo~ioni NI idf'e contr,wte in que,to M!rillo e clie a me .Jf'mbrano ,,rane od er, raie. Fin da oro mi mello ,·n nota per pren– dere la parola nel prouimo numero. G. B. ERRATACORRIGE Nello scrillo ciel 11rof. Cio,•nnni Pioli « Cris1i,rnesimo senzaninore II in Jlolo111ù. 11, J, 111ar1.o1960, è ncces~uuio rislnhilirc il 1ignir.c1110 nei seguenti punti: P•~· 191, llido1tesim11 riga K pnr1ire 1lnl hfl!!O. 11'1 f ra.se i-: • non IA.st 'ÌÒlrnccin fuori dell:1 postuma lr1dir:io11e e,•11ngclic■ • (tn 11110 dime111ie110 il non), P•I!· 19:?, de.,ima riga o wminriari- dnll'alto. bisogna le,rt-rr • l'infc-rno • 11nr:ichè J','n/ernio. 231

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