Volontà - anno XIII - n.4 - aprile 1960

La propaganda per la ,•iolt>uzadi– ce: immagina che venga uno in casa tua e voglia uccidere o torturare tuo figlio; cosa faresti? Cercherei con ogni mezzo - esclusa la morte - di disnrrnarlo. Quando lo ammazzo, io divento uguale a lui. Non ho di– feso un hel niente, nè persone nè principi nè ideali. Ho soltanto con– fermato che sono anch'io come il mio avversario. Ecco perchè Anna Sbrighi - a parte l'esigua impor• tanza del fotto, tutto sessuale, e il nonsenso dei miti che lo ingrandi– i,cono - ha avuto torto. Quando ti chiamano sotto le ar– mi (restiamo da noi, nell'esempio), ti dicono; devi farlo per dilcndere la patria, la d·emocrazia, i valori dello spirito, i confini, ecc. Quale patrin e cosa vuol dire oggi? Ha In stessa importanza dei comuni me• dioevnli. Riconosciamo oggi che era stupido che Firenze combattesse Pi– sa; è altrettanto stupido che l'Italia se la prenda con la Francia. Quali confini? Di oggi, di ieri, dell'altro ieri, di domani o di sem- 11re? Forse dobbiamo credere nella metafisico della pietre e delle reti, del metro <1uadro e della bandiera? Questa è roba strasepolta. Dobbiamo difendere - perchè non cambiano mai - i nostri due milioni di disoc– cupati, i nostri cinque milioni di sol• to-occupat.i, i nostri otto milioni di analfabeti? Bella roba, bella civil– tà, bella democrazia! Oifonderci perchè siamo attacca– ti? dn chi? Da quelli che quotidia– muncnte i governi occidentali pro• vocauo? Perchè succede un inciclen– te? Già, come quello di Ual Uni, in– ventato dni fascisti per massacrare e gassare qualche migliaio di abissini! Conclusione: La non-violenza è uno dei principi, forse il pili soli– do e <1uellofondamentale, del mon– do nuo"o che il 95% degli uomini desidera. Il 5% sono gli :altri, i capi, la Ceccia. Da combattere con la di– subbidienza. 1\fai con i loro mezzi. La non-violenza è il vero fondamen– to del materialismo, perchè è un at– to di fiducia nella materia di cui sono formati tutti gli uomini; oltre questa non c'è nulla, nè il paradiso, uè gli ideali, nè In giustizia, nè la socie1à futura. Tutte parole ,•uote, senza quel1a. Le bestie si ammazzano fra di lo– ro, dan\·inianamcnte, o senza saper– lo. Gli uomini, se vogliono davvero Ciìsere diversi, devono astenersene. Eccezione: L'unica eccezione che personalmente approvo, al principio della non-violenza, è il suicidio; al– ira differenza (ra. l'uomo e gli ani– mali. E' il pili alto atto di libertà, che de,,e restare nella piena facoltà del singolo. E' la legittima ribellio– ne (dovremmo toglier il dirit10 alla rivolta?) contro una condizione di vita che ci è stata imposta da. altri, senza nemr.ueno consultarci. Finchè questa condizione lu accettiamo, gio– chiamoci dentro, anche a discutere sulla non-violenza; ma chi è stufo, ha diritto di uscin.e. Del resto la forma più abissale d'ateismo - che, nata 2500 anni fa, in modi del tutto laici, si è con i secoli riw~oitita dei soliti paludamenti religiosi -, cioè il buddismo, proclama il suicidio come uno dei doveri dell'uomo, una azione nobile, raccomandabile. Se non si è capaci di compierla, ci si può accontentare di palliativi, ma la sua indicazione res1a vnlida per tutti. 229

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