Volontà - anno XIII - n.3 - marzo 1960

l'opuscolo « L'anticomunismo l'an• timperialismo e la pace ». È odioso autocitarsi; molto pili odioso è ri– petersi. Rimando quindi, non senza un certo disagio, i lettori a quel mio opuscolo di <1ualche anno fa, aggiungendo oggi qualche parola a proposito della formulazione Est– Ouest. Prima di tutto è pericoloso il di– lemma in sè, in quanto l'uso sim– bolico dei due punti cardinali con– fonde le idee. Esso non corrisponde infatti alla sua traduzione corrente: Russia - Stati Uniti. L'Est compren– de molti paesi afro-asia1ici e l'Ovest, l'occidente e1iro1,eo e l'America la– tina; ma l'Est comprende anche tut– ti i pal'liti comunisti del mondo e rovest ... l'Ovest è un pot-pour• ri incoerente in cui fìgurano Fran– c·o e le cooperntive s,•edcsi. Accettare il dilemma vuol dire 1·onfondere il colonialismo cou l'im– perialismo economico, l'indipenden– za nazionale con la libertà poli1ica, f'IC. Dobbiamo ribellarci coulro le false semplificazioni nel linguaggio e riportare invece, a1travcrso la com– p1ensionc; un po' di scmplitità nel– le cose e, soprattutto, nelle relazioni rra gli esseri umani. Osservand'o la realtà senza gli oc– chiali dell'aut-aut, vedremo la deca– denza dell'impresa privata nei paesi d'alta industrializzazione che l'opi• nione pubblica mette all'Ovest, e vedremo <·henon esiste socialismo al– l'Est. Da ambo i lati abbiamo una convergenza verso il capitalismo di stato e il dominio della burocrazia. La lo11anon è tra i sistemi (che sono solo bandiere) ma tra gruppi inler– naziouali sostanzialmente e tenden– zialmente affini che si disputano il 148 potere cercando di mettere dalla lo– ro ,,arte i vari nazionaJi5;mi e razzi– smi e di trarne profitto. Il vero dilemma è quindi sempre autorità (non importa se politica, e– conomica, religiosa) o libertà, il vero fine, l'indipendenza dell'essere uma– no, degli esseri umani associati, di fronte a tulli i possibili J)adroni, del– l'anima e del corpo. «Scegliere» fra l'Est e l'Ovest si– gnifica ammettere l'eventualiti1 d'una guerra, che renderebbe materialmen– te inutile la scelta per la di~truzionc reciproca degli avversari, o per lo meno la renderebbe inutile logica– nwnte perchè cancellerebbe le ambi– gue differenze. Per il momento la 1< guerra fredda» procede a col,,i di progressi scientifici, a cui s'aggiun– gernnno - si spera - quei pro– gressi tecnico-economici destinali a condurre alla crisi decisiva la buro– plutocrazia, (crisi che la buroauto– crnzia ha giit superata in parte, in senso per noi negativo, con il suo totalitari!-mO). E, se non è per la guerra, pcr– chè scegliere? Forse per risponde• re alla domanda, non molto pere– grina: Dove mi piacerebbe vivere? Risponderei: Dove è riconosciuto ai cit1adini il dirit10 alla parola, alla stampa, all'associazione, allo $Ciope– ro, senza cli cui nessun migliora– mento su terreno sociale è possibile, o, ricevulo dall'alto, al primo urto si perde. E questa sarebbe la scel– la - legittima - del male minore; la scelta <Pun terreno di lotta cli cui i valori che ci sono cari, il ,;o– cialismo e la libertà, si possano di– fendere a viso aperto, senza cospi– razione e senza l'ineluttabilità della violenza che prende alla gola al mi-

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