Volontà - anno XIII - n.3 - marzo 1960

nimo cenno d'azione, in un paese totalitario. Ma nessuno ci esige una tale scel– ta; e ben pochi di noi possono per– mettersela materialmente. La nasci– ta e le necessità della vita ci fissano in genere a un paese; e quel paese diventa il teatro della nostrn lotta, che, essendo lotta di libertà, deve tener conto della tradizione locale e de,•e essere diretta a liberare e coor– dinare gli organismi di base d'ori– gine spontanea e a crearne di nuo– ,,i, proponendoli attraverso la speri– mentazione e non imponendoli. E allora, in che consiste la scel– ta, visto che siamo in genere cl'ac– cordo nel pensare che non pos~iamo nè dobbiamo prendere a modello Po1>era di nessun governo, a qua– lunque punto carclirrnle (\j>partenga? Ecco, io credo che, in fondo, il de– siderio di prendere posizione di fron– lC al dilemma, obbedisca al bisogno di decidere che atteggiamento si de– ,,a adottare nei confronti del parti– to comunista nei paesi dcli'« Ovest>) e nei conrronti dei vecchi liberali, o magari socialdemocratici superstili e della gioventl1 scontenta nei paesi dcli'<< Est»; che è quanto dire nei confronti delle due <equinLt· colon– ne >> d'una eventuale guerra <'alda che molto probabilmente ren<lereh– be inutile ed anche impossibile le ulteriori edizioni di tutti i manuali di storia. Questo si è un problema scrio, concreto, attuale. Ma è certamente un problema che non si pone da pertutto negli stessi termini. Xei paesi a partito unico c'è qualcosa di molto elementare che unif.lce provvi– ~oriamente tutti ,·oloro che a quel pani10 n•Jn appartenµ:ono o non ,•or- rebbero appar1enere, sia questo par– tito comunista ungherese o <1uello iugoslavo. E nei paesi eosid<letti ca– pitalisti, specialmente in quelli di maggior povertà e di minor cultura (che è so1lrattutto minor capacità di dnre alle pnrole il loro esatto si– gnificato e <1uindi di caJ>ire) non si possono ignorare le masse disereda– te che gravitano verso i partili co– munisti e costituiscono nello stesso tempo l'unica spenmza d'una effet• tiva lotta antitotalitaria per domani (come dimostrano gli operai di Ci.e- 1,el in Ungheria, in pane veterani della lotta clandestina contro Horty, in parte l'resciuti nel nuo,o clima, ma tulli comunisti, e tutti ribelli al governo <e sa1cllite »). Compito nostro specifico è distinguere e far– distinguere le masse dai capi e da– gli apparati che le inquadrano e mettono loro un uniforme; tra le pl'ime e i secondi la nostra scelta è folta da sempre. A quef.llCmasse (come tll'I resto a quelle democris1inne o, in Argcn- 1ina, a <1uelle peroniste), llerchè ces– iòtinodi fot· blocco chiudendo le vie della storia di domani, bisogna di– re la veri1à - quella che per noi è la verità - seuza lattithe, nè oppor– lunismi. Solo chi non desidera il po-. tere può farlo, sempre; e non ha bisogno d'allcam:e strat<'gichc, ma si f.lCntcvicino a lutli gli esseri uma– ni l'he combaltono, in buona Cede, la loro bauaglin per una maggior giustizia e una maggiore lihertit, nJ. l'Est e all'Ovest. LUCE FABBRI 149

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