Volontà - anno XIII - n.2 - febbraio 1960

modo sugli avvenimenti. Coloro che avevano preso una posizione si ac– contentavano a volte di ragioni su- . perficiali: Rudolf Rocker, sostenen– do gli Alleati, parlava del Common– wealth britannico come di uno co– munità di nazioni libere, tnoto che I,' Aclwww 1>ubblicò allora una repli• ca dal titolo: e< Gli anorchici di Churchill ». Nei canq>i di concentramento, al di là dei Pyrenei, ove vennero get– tati i giovani libertari francesi che avevnno varcato la frontiera perchè si rifiutuvano di fare la guerra, i militanti anarchici spagnoli accoglie– vano, a volte, male i francesi, rim– proverandogli di el'sere vigliacchi di fronte ad Hitler. A mantenere l'o– rientamento di sempre non ci fn, co– me organizzazione, che il gmppo di lr'«r Coment«ry di Londra (con Ma– ria Luisa Bemcri e Vernon Richar– ds) e diversi gruppi nell'America Ja. tina i <111ali, in collaborazione con dei socialisti rivoluzionari, crearono delle associazioni e delle pubblica– zioni dal 1itolo Socialismo e Libertà. In Spagnu, in Frnncia, in Italia, nel maquis e nella Resistenza vi fo. rono molti anarchici, ma sino ad og– gi nessuno ha cercato di definire fi. no a che punto <ruesta partecipazione sigr1ificnva una volontà di combatti– mento rivoluzionario, o un'adesione ad una certa forma di nn?:ionalismo. Questi richia1ui sono <1ui esposti solo per dimostrare in quale con– (usionc si· trovava la quasi totalità dei nostri militanti in seguito allo urto violento Ira le formule che <la– vano loro una sicurezza mentale e l'im1,lacabilc situazione dei fotti. Non eiamo paeifis1i Se si guarda più attentamente si può scorgere una corrente che mescola frequentemente le sue ac– que a quelle del movimento anorchi– co, in modo che qualche volta si confondono. E' il pocifismo. Ha la sua logica e la sua 6loso6a. Vuole rifiutare il suo appoggio, In sua par– tecipazione alla guerra cd :dia sua preparazione. In certi paesi, come in Olanda, in Francia, in lnghil• terra s'è in grande parte sostituito all'anarchismo, Non è questo il luogo di d i1;cutcr– ne le virtù e i difetti. Si potrebbe, per riassumere le differenze che ci separano da esso, citare imcoru Ma– Intesta o Bertoni. Ciò che ci pare importante, inve– ce, è di constatare che i I pucifismo è essenzialmente un movimento mo– rule e il sociale non vi occupa, quan– do l'occupa, che un posto seconda– rio. Mentre il movimento onarchi– co, che richiede degli aderenti indi– vidualmente lucidi mira u trasfor. mare i modi della vita societaria. Se rifiuta la guerra degli altri, intende condurre la sua lotta che non esclu– de la violenza e il combattimento ar– mato. Ciò non significa che non conside– riamo sia bene che degli uomini si oppongano alle ragioni di Stato e alle leggi imposte con il loro rifiuto ragionato o sentimentale, e che la loro difesa sin assicurata da tutti co– loro che riconoscono agli individui il diritto di disporre di se stessi. Crediamo, tuttavia, cd è la ragione di esistenza d'un m.ovimenlo socia– le, che questo solo atteggiamento e <1uest'unica volontà non sono suffi– cienti a modificare il corso degli nv• 79

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