Volontà - anno XII - n.11 - novembre 1959

gomenti nel suo ordine del giorno il laburismo cwrcbbe auut.o mano fa– cile se avesse vinto le elezioni; ma non sarebbe stato impcg,wto in cil– cmt provveclim.e,tt.o specifico )) 1 • Ma, ben analizzando Jc modifica– zioni apportate all'a1lpara10 produt– tivo, a mezzo delle ,wzio,rnlizzctzio– ni effettuate, e le surcessivc dichia– razioni, nulla lascia concludere che le modifiche effetlti:ilc 1>otevano rap– presentare l'inizio delle tanto bene orches1ra1c rivoluzioni sociali; chè, anzi, esse sono state la conseguen– za di « tencler1ze evolutive i11C<tmpo $OCÌale ed ctmministrativo che 11011, originavano dal Partilo L<tburista e che non sono assolutamente co11cepi– te allo scopo di favorire I<,, realiz:a– zione di 1111a societ.ù socittlista )) 2 • Ciò che in, 1rnrolc povere, signi– fica: la politica laburista è stnta ne– cessitata ad alluare alcuni mutamen– ti dall' atteggiamento, chiamiamolo passivo, dei conservatori, i quali, consapevoli delle istanze partenti dalla base, allo scopo di salv:1rc il capitalismo, hanno concesso che un collettivismo margi1rnle fiorisse, at– traverso l'intervento, l'assistenza cd il controllo dello Stato. cc Senza que– ste concessioni nessun sistema i11d11- striale progredito pttò fw1zio1wre og– &i, in cornlizioni di sia pur minimct efficienza)> )}(33). In bnona sostanza, il laburi!ò:mOsi è adattato oltre che alla inelu11ahi- 1 ERNEST DAVlt:S: Problemi cicli« pro– prietà pubblica. Orere Nuove Roma; pa• gina 16. 2 RALPII M11,18AND: New Remoner, tratto da E. E. Trompson, • Laburismo e m10,•a 1ini!lra in Gran Brerngna " in Problemi (/el SocialiJmo. Milano, Luglio-Agoslo 1959, ]Hl· gina 524. 3 RAu>H M1L18ANO: ibidem. litù di ccl'lc spinte (esigenze econo– miche, sociali e financo militari), al « laisser /aire, laisser aller )) del C:\• pi1alisrno che, agevolando la invo– luzione, incamerava ... ossigeno pet· la sua fotura so1)ravvivcnza. Inoltre la esperienza della nazionaliuazio– nc, che avrebbe dovuto ra1>presentn– rc la base di lancio per la trasfor– mazione in senso socialista dell'eco– nomia brilannica, con tutto il ba– gaglio di << tauicismo >>, con tuui i problemi conseguenti (direzione, partcci1rnzione dei sindacati, corpo– razioni pubbliche, centralizzazioni, decentrai izzazioni, su1lcrccn11·alizza– zioni, relazioni con pubblico, con– sigli dei consumatori, etc.), si è in– vece rivelata mm lama a·dop1>io ta– glio. Infatti, moderando lo e< zelo )> di certo sinclacalismo, non ha incusso timore alla classe capilalistica; non solo, ma lo stesso sindacalismo, d'o– po avere concilia10 gl'intcrcssi di classe con le dot11·ine, è stato giusta– mente considerato quale !attore, pili o meno, accettabile de.I processo e– conomico e la progrcssìva burocra– tizzazione dei sindacali ha invilato la massa, oltre che alla prudenza, al letargo. Infine, la nazionalizzazione, per essere stara confinata enlro angusti limiti della economia gen<-:·;::o!,iu:t appunto creato il m~icon1en10 tra l'elcttora10 e< fh:lluante >) in conse– guenza delle mancate realizzazioni programmatiche ed è stata accettata dai conservatori, convinti di non procurare l 1 indebolimento de1la in– d'ustria privata (anzi di probabil– mente raffol"1.:arla); quindi essa non ha giocalo il ruolo di « rilancio >) del laburismo, il quale segna la battuta di arresto: la involuzione, iniziatu 613

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