Volontà - anno XII - n.10 - ottobre 1959

prende nulla, poichè i francesi, quando ammazzano gli algerini, si fanno passare per partigiani; lo stesso quando rubano a un pastore quattro grossi montoni e gli dicono: « dcvi stare contento, sono per causa algerina, per nulrire il ntaquis ». Io uno scontro coi veri partigiani, questi lo sah·ano e solo atlesso il bambino comprende il gioco dei francesi. A Oujda dove è porlato in salvo, trova il fratello ferito. Quando, durante le passeggiate con i compagni della scuola, vedono dei montoni, E. li paragona sempre con quelli rubati dai francesi « erano più grossi e più belli, non come <ruesti... >1, Il ritorno '[/ Arrivo a Ti8et - una cit1adina (atta di poche ,•ie, larghe e ben te– nute, con una lunga fila di bar arabi e di negozi (dovesi può comprare di tutto in qualsiasi giorno della sellimana) - con due compagni algerini, che devono venire anch'essi a Rabat. Per me è l'ultimo giorno di perma– nenza in Marocco, per loro un giorno di svago, fuori dalla solitudine della collina e della i11aison d'Ettftmts: senza più il campo dello SCI, ancora senza ragazzi. Ci affrettiamo verso la piazza gra'rlde, dove partono i tassì per Haba1; ne troviamo uno, gi.ll.occupato da quattro donne, abbigliate nel normale burnom ( mantello con cappuccio), color grigio scuro; un'auto pubblica in servizio interurbano non può trasportare piil di sei passeggeri, e sul percorso verso Ja capitale i controlli della polizia sono molto Cre– ((UCnli.Dopo una lunga schermaglia, cedimenti cortesi e riprese dure, sia all'interno che f.ra i due gruppi di clienti, di fronte a cui l'autista resta neutro e impassibile, sono le donne che cedono: una di loro scende e p11.ssa sul tassi successivo. Così partiamo, Ire uomini e tre donne; che subito uno degli algerini classifica, con mio stupore, con l'appellativo tanlo frequente in lutto il mondo, quanto poco signi6cativo. Le avrei dette, dall'aspcllo, delle infer• miere in trasferimento o delJe suore laiche mussulmane; comunque penso, all'inizio, che il (atto non debba interessare. Invece dopo <1ua1chechilome• lro di quiete, cominciano le manovre d'attacco; cbe mi cli,•ertono molto per 11 novità, e insieme la limitate1.za dei mezzi. Dapprima il canlo, o il mu• golio da deserto, modulato e ripetuto aUo spasimo; in fondo è una canti– lena che non commuove all'atto, dove dovrebbe. Poi lo spogliareJlo, ridot• to a] suo più piccolo denominatore, tutto mantenuto in alto, al di sopra del collo; dapprima cade il cappuccio e si scoprono i capelli: ebbene, ne vedevo tanti ogni giorno, anche sulla lesta dc11eberbere, a Souk cl Djemàa; dopo un buon quarlo d'ora, si tolgono il velo, lentamenle, una dopo l'altra, e si voltano per mostrarsi meglio. t difficile stabilirne, se pure approssima– lÌ\•amcnte, l'età; il volto di una, con linee regolari, ma dure, è decisamente bello; i lineamenti delle altre sono molto anormali, ma gli occhi e la voce più dolci, simpatici; in tutte e tre la chiostra dei denti, per metù naturali. S93

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