Volontà - anno XII - n.9 - settembre1959

Note critiche sulla "Scuola Moderna n di Francisco Ferrer (1902-1909) IN Q UE s TI ultimi mesi abbia- mo padato moho di .Francisco Fer– rere della sua opera, ed io'stesso ho sc:rilto diver,;i articoli illustrando lo uno e l'altro aspello della .sua per– sonalità, ma prima che siano conclu– f-e tulle le commemorazioni per il cenlrnario d'ella sua nascita e il cin• quantenario della sua morte, non è forf-e inutile osservare ancora una volta quella che è stata la sua impor– tante opera con occhi criLici, perinet– tt•ndo('i ('OSì, dopo averne dcuo i me– riti, di conoscerne i lati negativi. So– pratullo 1wrdu\ più comprcnsil(' ri– suherà, a cinqua1Jt'anni di distanza, {ft1es1asua cpera se riusf'Ìrf'mo a i11- <1uaclrarla nel tempo e nella partico– lare situazione della 1wuola nella Spagna dei 1>rimi del nostro secolo, e se si dimo.<.trerà 1·he è sempre dif. ficif(" creare, for vivere e sviluppare m1'01>cra c:he va oltre il proprio tem• po e le condizioni generali. Quando nel 1902 Francisco Ferrer andò a Bar<·ellona per crearvi la sua prima snmla ,·hc definì moderna, in Catalogna esistevano µ:ià molte scuo– le piì1 o meno laiche. Da almeno trent'anni, il signor Gabbarrù ne aveva fondate parec– chie ed aveva esteso la loro rete in tutti i centri rlovc esistevano degli elementi liberali. Etl anche se l'ope– ra drl Gnbarrò e clr·lle sue scuole laiche è stata senza grandi risonan– ze, essa fu eempre opera diffLcile che 510 riuscì a rcsislei-e per lunghi auni so– lo grazie alla tenacia ed al mezzi del suo iniz.iatore che, con pazienza ed amore ogni qualvolta gli veniva chiusa una scuola, riusciva ad aprir– ne un'altra, e ques10, s'intende be– ne, non ostante le co111.inuc persecu. zioni e calunnie che colpivano la sua f)ersoua e la sua 01.u•ra. Ad ogni mo– do è un dato di fatto che ai primi del nostro secolo csist.evano in Spagna, sopratullo nei vari centri liberali e di lihcri pcnsaiori della Catalogna, 'come nella ciuiì di Badalona, Saba– dcl, Rucs Tarrasa, Lerìda, c<·c., nu– merose scuole laiche. E' chiaro che qucsle scuolt' lai4•he non fossero pet· nulla gradite dai <'le– ricali che di tulio (acevano e 111elle– vano in opera per stroncarle o spez– zarne lo slancio. Eppure a noi ora ~ernbrano ben poca e misera cosa. In esse si adottavano gli stessi testi d'insegnamento delle altre scuole es– S('nzialmcnte ca11olichc apostolidle romane, colla sola difTere11za che non si iusegnava la rcligion(' e non si vantava il cattolicesimo a Lutto spiano. Quest'opera educativa era però svolta fuori e lontano dalle masse po• vere che erano le più hisognose e nonostante un <'erto sforzo delle i;r-uole lai('he esse non erano nemme– no comprf'se rial popolo. ln verhà i lavoratori e le grandi masse C'rano terribilmente cnrichc di altrC' preoc•

RkJQdWJsaXNoZXIy