Volontà - anno XII - n.9 - settembre1959

ed avvelenano il costume sociale. Un movimento operaio che ripren– da il suo potere contrattuale e muo– va i suoi primi passi verso un effet– tivo avanzamento sociale non può tollerare che i lavoratori vadano a mendicare il lavoro nelle sacristie e negli arcivesco,•adi; il funziona– mento degli uffici di collol'amento ed un serio controllo su di essi è una prerogativa indispensabile per la di~•nità della classe operaia. fn regime cattolico cerlc rivcndi('uzio– ni del lavoro diventano cause civi– li; lu società deve riconquistal'e i suoi ospedali e le sue s<·uole straJl· pandoli ai santi arti.gli dei corpi re– ligiosi. Perchè l'inforrniere deve ras– segnarsi a lasciare allP suore la rc– sponsabilita delle C'or.sìe? esse tron– c·ano La sua carriera ed affliggono 1'ammalato col loro fanati,;mo be– ghino. Sono problemi ('he un !:>ano movimento sindacale non potrebbe esimersi dal metlerc in luce. Ma poiC'hè a un forte movimento di po– polo che ai pubblici poteri sappia imporre le sue esigenze è necessaria innanzi tutto una nuova coscienza di vita, rurto contro il dominio eccle– siastico al di lit dei contrasti eco– nomici e civili investe il problema di f.ondo: la incom1>atibilità della mo– rale cattolica con la morale umana. Le idee di emancipazione sociale non possono a lungo concilian;i <"on la obbcdic,iza alle gerarchie ecclesia– stiche e con la paura di forze Ira– scendenti; l'uomo che realizza in sè i valori della ,,ita e dello spirito nou può adorare un signot·e del ciclo che lo ha sempre costretto a inginoc– chiarsi anche davanti ai signori del– la terra. Non si può guadagnare gli animi alla causa della liberazione sociale senza svelenirli da questo ('ristianee:imo deteriorato che viene giornalmente predicato da mille pul– piti ed iniettato nel sangue delle nuove generazioni dagli asili alle u– niversità. Se per politica socialista s'inten– de la politica delle esigenze popo– lari, tali sono le esigenze pili imrne– diat<' del popolo italiano. Come vi provvedono i nuovi socialisti della alternativa che attendono il loro lur– no nelle rcsponsabilitù di governo? Ancora con programmi ministeriali e anche questa volta da que~li pro– grammi si altendono prodigi; essi sarebbero imperniati sul po1emr.ia- 1He11toeconomico dello siat.o e sulle sue possibilità regolatrici dell'eco– nomia nazionale. 1n questo dopo– guerra le dim~nsioni economiche dello stato hanno avuto un immenso sviluppo ma le condizioni del popo– lo non hauno icen1to da ciò alcmi sollievo. Può darsi che sviluppondo cou metodo gli interventi statali li– berandoli dagli intral<'i tuttora esi– stenti si possano otlcncrc benefici parziali per alcune categorie, può darsi pure eh' essi apportino im– portanti modifiche neJle strutture della produzione capitalista, ma con tutto questo beneficio d'inventario la realtà del popolo rimarrà immu– tata ed i problemi più urgenti non ancora risolti. E' appunto eludendo questi problemi ch'essi possono ri– nunciare alla lotta anticlericale e, da buoni socialisti evoluti, anche alla lotta di classe; ed è appunto 1>er questo che noi non diamo alla loro preannunciala esperienza un soldo di credito. Non dai ministeri di uno stato gesuitico e poliziesco, ma dal– l'azione sociale del popolo può ve– nire una politica socialista. ALBERTO Mo1:0N1 509

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