Volontà - anno XII - n.9 - settembre1959

non forzi in senso totalitario la sua posizione laicista. Nell'Italia <l'oggi sa– ~ebbe_ ~ecessaria, probabilmente una rh•o_l~. zionc pc~ _giungere al, f-lU~to m cut ~iamo nell Uruguay. Ma la nostra difesa del la1c1smo non puo coin– cidere (parlo sempre dell'Uruguay), con quella che ne fo il partito mag– gioritario1 che tende ad arrivare al mouopolio'statalc, contro il quale non vi è altra strada che quella della dilesa del diritto dei genitori a decidere come debbano essere educati i figli, finchè questi ultimi non possano inter– venire direttamente nella soluzione del problema. Difendere la libertà del bambino contro i genitori è impossibile senza autorità. Su questo ter– reno, per fortu.ua, l'essere umano, maturando, si difende da solo e tanto più facilmente quanto più libero e vario sia l'ambiente che lo circonda. Ad ogni modo, su questo terreno il nostro programma è: difesa della scuola pubblica, gratuita, laica; fnori di questa, libertà d'insegnamento per tutti, senza sovvenzioni nè parificazioni. /) lottare contro la cattiva letteratura, il callivo cinema, la cattiva propaganda, con una buona letteratura con la difosa del buon cinema, <·on la unti-propaganda. Per concludere quest'uhima parte (,-he non pretende di (>SSerenè una espo,-izionc completa di un piano di azione generale, nè una relazione sulla situazione uruguayana, presa solo come esempio concreto, ma soltanto una proposta per una discussione di alcuni problemi mondiali, studiati nelle loro modali1à locali uruguayane, possiamo dire che nell'Uruguay vi è libertà, molta libertà, quantunque non sufficiente, e, vicino ad essa, vi sono abusi intollerabili, mostruose ingiustizie, legali ed illegali. Lo scio– pero dell'anno scorso (1958) degli operai delle risaie, seguito da molti altri che ebbero anche loro la virtù di (ar conoscere nella capitale la tra– gedia dell'interno, è statò un suono d'allarme in questo senso. Contro que– ste ingiustizie, contro le immoralità dell'amministrazione, vi è una quasi unanimità dell'o1>inione pubblica, eppure l'uomo della strada non si ferma a eoiuba1terle; gli basta parlarne con una smorfia di disprezzo, senza pen– sare alla sua parte di responsabilitì1.z Vi sono anche fragili tesori (come 1 Oggi tale partito, laicistu II ohrnnza, non è più maggioritario e le minacce eo11- 1ro il laicismo sono cresciute, menire questa mia difesa della libertà d'insegnamento diventa, per il momento. solo 1eoria. 2 Questo II uomo della strada» s'è poi sfogato nelle elezioni del novembre scorso ()958), dando la viuoria 3d un partilo di 1i110conserrntore, che temle ad appoggiarsi sulla cau11>agna, contro là città-piovra, sull'allevamento del bestiame contro l'industria– lizzazione, sull'imprèsa pnv:ua (latifondo compreso) contro le statizzazioni scialacqua– trici e contro la burocrazia ufficiale, eampo d'Agramante delle ambizioni poli1iehe rivali. « Lavorare di più, consumare di meno» è la parola d'ordine che ci viene dall'Argentina, inondazioni aiulando. E H paradosso e che tale precetto corrisponde a u11a tragica ne- 501

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