Volontà - anno XII - n.6 - giugno 1959

Lucania e la Calabria, portando do– vunque il feudalesimo. Occorreva legittimare quesLi pos– sessi, che puzzavano forte di usur– pazione. Nicolò Il doveva essere l'autore di questa legittimazione. Trascuran– do, fra l'altro, l'esistenza dei. greci, in fondo nel loro diriuo e, da se– coli, in casa loro. offerse ai norman– ni di riconoscere la loro sovrani1i, in– vestendoli delle regioni, non sue, che, solo parzialmente, domiuavano e, incredibile ma vero, di quelle che intendevano conquistare. Con il trn11.a10di Melfi (1059) Ro– berto il Guiscardo, già principe di Salerno e Capua, fu ben contento di divenire il vassallo della Chiesa ed assumere il titolo di duca, dietro 1rn– gamento di un tributo peq>etuo an– nuo di 12 denari. ad ogni paio di buoi esistenti nelle sue terre. L'affare [u fruttuoso per entrar.uhi i contraenti: il normanno trasformò i suoi incerti possessi in un ducato che, dato l'acquistato carattere re– ligioso, diveniva intoccabile; il papa assicurava alla cassa ecclesiastica ro– mana 450.000 lire all'anno. L'atto in questione i11<'omincia così: e< Io Roberto, per la grazia di Dio e del beato Pic1ro, duca cli Pu– glia e Calabria, e mercè del loro aiu– to anche [uturo duc.t della Sicilia, d'ora in avai1ti sarò [cdele ,,nssallo alla Santa Romana Chiesa, alla Se– de Apostolica e a te signor mio Ni– colò papa universale ». Roberto il Guiscardo non potè, sebbene bcncdeuo dal Papa, impos• sessarsi della Sicilia. Sarà Ruggero I, altro figlio di Tancredi d'Altavilla, a cacciarne gli arabi, con una guer– ra rovinosa che durerà dal 1060 al 362 1090, e rendersi indipendente diven– tando gran conLe. Nel 1088 Urbano II, in lotta per il possesso del seggio pontificale con Clemente III, chiese aiuto ai nor– marmi di Ruggero I, il quale pose come condizione il riconoscimento da parte della Chiesa del suo domi– nio sulla Sicilia e la concessione, ai sovrani Siciliani, della prerogativa di legati apostolici, cioè di sostituti del papa e giudici di tutte le que– stioni ecclesiastiche isolane, prima fra tutte la nomina dei vescovi. Que– sto privilegio durò fino alla metì1del secolo 19.mo. Morto nel 1085 Roberto il Guiscar– do, suo figlio Guglielmo di Puglia gli succede destando l'invidia del ramo siciliano dei normanni. Nel ll30, un anno dopo la morte, senza eredi, del cugino e contro il papa che 1>retendeva alla successione, Ruggero II passa ai fatti sbarcando sul continente. Malgrado la scomu• nica ed un tentativo di battaglia da p.trte di Ouorio II, il re di Sicilia [u riconosciuto signore di tutto il Mez– zogiorno ed .tnche il papa finì per accordargli In sua benedizione. In cambio Ruggero II entrò in Bene– vento, che gi:1 i primi normanni ave– vano ricouosciuta [cucio della Chie– sa cd esclusa dai loro domini, ribel– latasi al pontefice e proclamatasi in• dipendente. Il saccheggio della sol– datesca precedette il rientro nella città dei legati pontifici. Nel 1136 Lotario, imperatore Lede– sco, chiamato per la seconda. volta in l1alia da Innocenzo II per aiutarlo a levare Roma al rivale Anacleto 11, scorazzò fino a Capua e Benevento, rim10vando la desolazione che semi– nano gli eserciti di tutto il mondo. Dato che Ruggero Il aveva soste-

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