Volontà - anno XII - n.6 - giugno 1959

prolunga le ramificazioni? Non rin• nega cosi se stessa? « Pii1 c'è violenza, tanto meno c'è rivoluzione». Quest'enunciato di B. De Ligt 1 dovrebbero meditarlo i « rivoluzionari ». antimilitnris1i che 1Jinno, nrn che ammeltono in certi ca– si, dove non si vedano mezzi pili i– donei, l'azione armata per reagire ad un ordine ingiusto di cose. E' il ca"o degli anarchici. Qllesti tuttnvia riconoscono che « la guerra è sem• pre e dovunque controrivoluziona• ria •' ed intendono piuttosto• elimi• nare il militarismo e la guerra fa– cendovi auomo un lavoro di erosio• ne, liberando dal vortice sociale quelle energie che poi snrauno ca– JHICi di nntogovemnrsi, bruciando continuamente ai governi le riserve di !lcn•itì1 volontaria e provocando cosi, solo così, il loro esaurimento e la loro morte »'. Nonviolenu e libertà Ricordiamo le parole dell'anarchi• co Errico Malatesta (1892): «Una ribellione materiale, che non tro,•i il contrappeso in rivoluziona– ri guidati dall'amore per gli uomini, 1 Pour voincre !Ja/U viole,1«, Pari, 193S. 11.69 De L. ciu la fra!e di Simone WC'il• la guf'rra rh•oluzionaria è la tom– bo dtlla rivoluzione•· 1 Contro il militari!lmo e. contro lo gwr• re. 19'7, p. 17. QUe!-to notevole • Mani• fnto de,li anatthici italiani • è un opu• IM'Olo di "3 pp. dove l!i ugomenu in mo– do lucido e serralo (per quanto lrala.Ki, 1ul probltma dcll11 ,·iolenu, ulluiori del• tagli chiari6c111ori e conclu,i,•i). 1 h•i, p, 33. Qucs10 lrl\•oro di erotione ctt. f'!prime bene il metodo non violento dirf'IIOatl eliminare le op1>rc!!Jionidi 11ual 0 til!i 1encrc. pe.r tutti gli uomini, una tal rivolu– zione divorerà se medesima. L'odio non produce l'amore e con l'odio non si rin.nova il mondo. La rivolo. zione dell'odio fallirebbe completa– mente e farebbe cnpo nd unn nuova tirannide che potrebbe anche chia– marsi anarchica, come si chiamano liberali i governanti d'oggi, e che non sarà meno per questo una ti– rannide e non mancherà di produr• re gli effetti che produce ogni ti– rannia»'. La nonviolenza gioverà alranar– C'hismoyaceres.eendo il prestigio del– la sua ideologia ·umanitaria. Il nu• mero dei simpatizzanli aumenterà • verrà meno agli oppositori quel fa~ cile bersaglio costituito sino ad og– gi dalla figura stereolipata dell'anar– chico terrorista con in mano la bom– ba o il pugnale. L'anarchismo, che si propone di eliminare ogni fonna di autorità eoercitava, di s.fruuamen- 10, per sostituini la libera e frater– na cooperazione, deve riconoscere che il suo fine è 8imile a quello del– la nonviolenza, anch'esu diretta al– l'abolizione delle medesime cose. Lo stato, la nazione, il complesso politico sono tuttora presidi di vio– lenza, dove pili e dove meno. Si op– prime la libertà naturale in più mo• di che possiamo ridurre a due essen– ziali: ostacolando ali' individuo il ~ PcrO, lo 111tuo M•• a1itatore che pra– tici. l'azione armala di pert0na in mohe occuioni. 5eriMC nf'.1 1900: • Noi aborria– mo la ,·iolcnza per tf'ntimt:nlo e J>er prin– ei1>io, e facciamo lf'm11re il poNibilc per c,•ilarla: solo la 11ecc11i1ì,di rcti!tcrc al male coi 111e1.zidonei ed eHicaci ci può indurre a ricorrere 11llnviolenz1111.(v. I.a Ad,rnata dei Re/rallari tli ew ork, !? 011. 1954. p. 3). 355

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