Volontà - anno XII - n.6 - giugno 1959

o nazionali ((( lo straniero )), spesso considerato inferiore sotto vari h· spetti). Del patriottismo vi sono parecchi gradi. Da <1uello di un naturale ot– taccamento, di un innocente senti– mentalismo, ali' eccitazione passio– nale ed aggressiva (sciovinismo). Il primo può essere benefico, quando, promovendo la socialità e la fratel– lanza iu una data nazione, ci avvia verso l'unione dell'intera umanitl,; l'ultimo invece è pericolosissimo e causa i counitti più funesti, le op– pressioni più detestabili. Se voglin- 111.0 distinguere un patriottismo sano dalla sua degenerazione, dobbiamo parlare di uu patrioHismo non vio– lento che rivolga la sua competizione spirituale solo ai fmi del bene di tutta l'umanità. Dovremmo sempre meditare le parole di due patrioti italiani. <(lo amo appassionatamente Ja mia patria, ma non odio nessun'altra na– zione. La civiltì,, la ricchezza, la po– tenza, la gloria sono diverse nelle diverse nazioni; ma in tutte havvi anime obbedienti alla gran vocazio– ne dell'uomo, di amare, compian– gere e giovare » 1 • « La Patrja, sacra in oggi, sparirù forse un giorno quando l'uomo riflet– terà nella propria coscienza la lcg~ ge morale dell'Umanità » 1 • Per Tolstoi, gli apologisti della guerra erano « gente terribile ed or- 1 S11.,·10 Pi;1.1.1co. te mie Prigio11i, 1832, cnp. 98°. 2 CwSEPl'F: àfazz1N1, Dovcri dell'Uomo, 1860, enp. VI. Per M., come è nolo, i primi do,•cri sono quelli Il ,·erso l'Umanità». Tutt:n•ia, M. non fu paeifisla integrale: egli riconobbe il principio della guerra J)Cr le forma1.ioni delle nazionali1à, ce<:. V. il 11011troart. 352 ribile nella loro perversione mora– le » ed il patriottismo ern una « sel– vaggia superstizione » (Il Regno di Dio è in, voi, 1893, cap VI e Vijl). Se Tolstoi meueva insieme selvag– geria e patl"iouismo, lJOD proferiva solo 1rn•l condanna dal imo punto di vista di pacifismo integrale, ma re– stava anche nella realtà positiva con– fermata dalle indagini etnografiche, poichè il patriottismo, l'avversione allo straniero caratterizzano le genti che diciamo primitive e selvagge, \'Ìvcnti in tribì1 o clans (dentro que– sti limiti, i selvaggi sono molto so– lidali tra di loro). Del resto, si sa che quest'atLribu. zione di preferenza ed esclusività di un dato territorio dovute a vari mo– tivi d'ordine biologico e psicologico va estesa anche agli animali, che reclamano e difendono essi pure no tencno riservato ed isolato. E non solo le scimmie e gli altri animali superiori, ma persino gli uccelli ed i pesci, che hanno i loro « confini » nelle acque. Ma il patriottismo, quale dobbia– mo intenderlo noi oggi, dal tempo della costituzione degli stati naziona– li, è un prodotto complesso e riflesso della cultura e dell'educazione, piut– tosto che un istinto ancestrale tra– smesso. Nel caso poi che il tipo u– mano più JH'imitivo sia stato un es– sere vagante in piccoli gruppi più o meno anarchici, allor·a c'erano scarsi elementi per il patriottismo Ma::i11i e la Pt1ce, nel giornale (stnmpalo a Jesi) la Voce ,lel Popolo, 14 fobbr. 194S. « Non parliamo di quella maschera odiosa che cela dietro l'insegna patriottica sor• didi interessi materiali (di mercanti di cannoni, ecc.): allora, • .si crede di mo• rirc per la palria e si muore per gl'indu• .striali» (Anatole France).

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