Volontà - anno XII - n.2 - febbraio 1959

per quelli che come noi han seguito da vicino come sono amiate le cose, un fatto è sicuro, che bnsla da solo: noi apparteniamo ad un paese che la guerra non In \'Oleva e che non ha nulla da rimproverarsi! ». « Questo, si, lo dicono tutti » ammise il più anziano della compagnia: un uomo sulla <ruarantina, c-he vestiva la divisa d'impiegato al me1rò. « l tedeschi, questo, non lo possono dire! La pace dipendeva da loro. Dicci volte, in questi ultimi giorni, hanno avuto l'occasione cli sbarrar la strada alla guerra! ». « Anche noi! avremmo poluto dire chiaro "merda 11 alla Russia! ». « Questo, non sarebbe servito a nulla! Vediamo bene, oggi in che sporco modo i tedeschi avevano montato il colpo! L'han voluta? ebbene, la paghino! La Francia è attaccata: ha il dovere cli difonclersi ! E la Fran– cia sei tu, sono io, i:iiamo tutti! ». Meno l'impiegato al melrò, llttti parevano consentire. Jacques rivolse a Jenny un'occhiata piena di sconforto. Ricorda,,a le parole di Studler, il suo sguardo che accattava comprensione: « Io ho bisogno di credere allo. colpevolezza della Germania! ».• Già quel bisogno sta\'a diventando genero.le . .Senza bere la birra che s'era versata, ft:ce segno alla ragazza e s'al– zò. Ma prima d'anelarsene s'avvicinò al gruppo: « La guerra difonsiva, la guerra legittima, lo. guerra giusla !... Non ,,i accorgete dmH1ue che è senq>re la solita trappola? anche voialtri ci cadete. Non sono tre ore che la mobilitazione è stata decretata, cd ecco a che punto di cecità siete gii1 arrivati! Chi resisterà a <1uesta ventata di pazzia, se ,,oi socialisti siete tra i 1>rimi a mollare? >1. Parlando, non si rivolgeva in particolare a nessuno; ma ad uno ad uno li guardava tutti; e le labbra gli tremavano. Il pii1 giovane, un gar– zone di puncttiere, da com'era infarinato, alzando il viso di Pierrot: « Io la penso come Chataignicr n disse, calmo. ccDevo partire domani, io... Detesto la guerra; ma sono francese; il ,uio paese è attaccalo. Mi chiamano. e io vado. Parto con la morte nell'anima, ma parto! >1. E il suo vicino: « Anch'io la 1>ensocosì. li mio giorno è martedì. Sono di Bar-le-Due .... Non avrei alcun piacere che il paese dove son nato diven– tasse territorio tedesco >>. Ascoltundo, Jac<1ues, tra sè: « Come questi, i nove decimi dei fran• cesi ! Unicamente pre.,;c.-~u1>atidi assolvere il loro paese d'ogni colpa! E u qUt-'Stonon s'aggiur:cgerit, in quesla giovcntlt, una certa torbida com1>ia– <'Cn'l& di sentirsi improvvisamente J)&rte d'una comunità oltraggiata, di respirare l'ariu ubbriacantc d'un rancore collettivo?». Nulla era mutato dal tempo in cui il cardinale Retz ardiva scrivere: « II n'est ricn dc si grande conséqucncc <lans Ics peuplcs, que de lcur faire paroitre, mème quand l'on atta<111e,<1uc l'on ne songc q111i1 se défondrc n. 113

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