Volontà - anno XII - n.2 - febbraio 1959

Noi ci permettiamo perciò di non essere d'accordo. Il male dell'attua– le situazione italiana, lo ripetiamo a costo di apparire noiosi, é stato l'eccesso di parlamentarismo, di co– stituziualismo, di elczionisrno ccl .• Tutti gli « ismi >>insonuua che han• no sottratto, ai lavoratori in primo luogo e ai cittadini poi, tutte le 1>os– sibilitii di modificare nella realtì, la struttura "del paese, senza preoccu– parsi della sorte delle vecchie e nuo– ve sovrastrutture. Quindi riCutiamo un nuovo corso che in fondo riprl)• pone gli stessi temi parlamc111ari– s1iei ed elettoralistici. Un nuovo par– tito socialdemocratico - anclie se si differenzia dal vecchio per la me– todologia, per la problematica mo- dcnrn, per il rifiuto del riformiemo automatico e di piccolo. cabotaggio - non libera, così come non libcrèi ]a grande rivoluzione silenziosa dei laburisti inglesi nel 1945. Gli operai inglesi sono ancora dei salariati con tulle le implican.,.c del termine. Cn– me cinadini non coniano più di <111cl che contassero prima. Perciò la !'-Ccl· ta del P.S.l. - la conquista del pn– tcrc legale e il rifiuto della rivolu– zione - non <'i interessa se non CO• me una delle Casi della crisi di chia– rifica.,.ione che stiamo attraversando, grazie alla quale alla fine si vedrà con chiare.,.za, se ce n'era bisogno, quello che ciascuno vuole. CARW BIANCHI IL MERCATOCOMUNE D'oltre Aliti si ascoha ,•olcn1icri l"ammoni111c1110 di De Gaulle del richiamo al• l'austerità ... dei 11role1ari, che viene ca11itoe 1r1ulot10in 11erfe11alingun italiana. E' un richiamo che sì fa vivo e palpitante con le 11rimeconseguenze del Mercato Comune Euro• 11co,un affare a grande raggio in cui bisogna guardar lontano per sopporrnre lo stridore di 1an1esaracinesche che si abbassano. Veramente i monopoli e i grandi rrs 1lella 11os1rneconomia 11011 hanno guardato tro11• po lontano, anzi i loro artigli !'allungano sulle pii, immediate conquiste, ma per la piccola e media fauna del capitali!mo nostrano, uhimé. son clolori ! L'economia italiana è 1111 mare di piccole e medie industrie, ili imprese artigianali cd agricole in cui emer• gono qua e là i grossi isoloui del monopolio e dcll'indus1ria di Srnto. E' legge inesorabile dell'uonomia che le piccole imprese dehb:mo 1rasformarsi o perire e lasciare il posto alle grandi: è un progresso, teoricamente. ma un progresso che il capitalismo ha semi– nato di c,roci. Tuttavia lo Stato ha trovnto sinoi-n opportuno proteggere come fior di serra questo vasto settore delle piccole imprese, sicchè i grandi ras saldamlosi sul pinno europeo hanno 11roclama10il dirino del piì1 forte. Con l'am1licazionc tlcl MEC i fiori di &erra vengono abbandonnti al loro destino: o si rinno\•ino o J)eriscano. Dove trovare le risorse 1>ersopra,•vivere ai rigori della conrorrcnzn straniera che irrompe dallo calanti barriere dognnali? Questo l'assillo tlt:lla nos1ra borghesia e dei nostri agrari. Dove? in– nan1,itutto rcudendo meno costosa la mRno d'opera. spremere maggiormente il ln,·oro umano, e poi com•inccndo lo Siato a smeucrla con le s11ese sociali e gli im•estimcnti produnivi, devoh·cndo lan1o ben di elio in loro i!Occorso. Austeri1à 11rolc1aria e 11ifcsa del 11rofi110 privato. Le ricchcnc succhiate dallo Staio alla società 11011 si:1110più im11ie– gate per tamponare la miseria del popolo ma ,•cngano usate per incoraggiare gli imprcn• ditori privati nell'ardua lolla del ì\lEC. Ecco il prOf'ram11111 che i gruppi di prf'ssinne 1lf'l capitalismo minore rulamano dal governo. 73

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