Volontà - anno XI - n.11 - novembre 1958

proposta sta ancora a cuore a qualcuno, que• sti deve ricominciare a fore quello che era staio fono ieri. Il la,•oro dei de1mtati fa pensare alla 1cla lii Pcnelo11e. Alla fine· tlella seconda legislatura ri• 11111nc,,ano inevasi alla Camera dei deputati 1.300 prov,•edimenti ed II quella del sena• 10 500. ,(Jnohre, i rendiconti degli esercì• zi annuali del Go,•crno, ,•engono prcsenrn1i con ilei ri1ardi di 3-4-5 anni. L'ultimo 11re– scnta10, fino alla chiusura del 1957, era l'eserr.izio ,lcl 1952•53. Il rilardo ha il v1111· 1aggio di renderne inutile la tliscussionc. Ed i r:ippresent;u11i del 11011010non solo non 1iro1es1ano ma si disinteressano pro• 1>riodi uno dei loro più im1ior1an1i com– piti: quello di comrollare l'im11iego del danaro di mlii noi ciuadini irnliani per e,•i1are gli s11rcchi. i l:idrocinii o un im• piego subordinalo i• cri1eri lliscrimina1i,·i. L'muore si chiede se 11uto questo inu1ile lavorio dei 11arlamcn1ari, e l'av,·ilimento dell'isti11110 del Parlamento è dov1110111 ca– so o al sistema. Egli non csirn n risponde– re che è dovuto al sislema. Tuni i gover• ni, qualunque cambiamento di forma possa in esso n,•,•cnire, seguono all'incirca la stessa politica. Le due Assemblee non hanno nessun mezzo per costringere il Go,•erno atl eseguire le volonlÌ• del Par– lamerllo (ammesso che c1uesto ne 11bbia e sia rispettoso degli in1ercssi dei suoi rap– ))résen1a1i), cosi « il meccanismo 11arlmnen– lare ,,iene irnpicga10. non già secondo il suo fine, che è ((nello di cre11re le leggi, ma i11 senso conlrario al suo fine, cioè 11er im11edire che la legge sin creata». Fcnoahca ha una conceiione c1ica dello S1a10 che egli definisce « una socic1à 11oli- 1icarne111e11Crfct1a » (lo Stato ne sarebbe l'organizzazione J>Olitiea) ed in una tale concezione lo S1a10 si identifica con In So• cieli-. (Per noi anarchici si trancrebbe di uua Soeict:ì senza staio, 11oichè in c111clla concezione etica dello S1ato In libcrlà ,li ognuno è rispellata e il potere è dis1ri– bui10 fra i compo11enti della stessa so– cic1:·•}. Se la concezione fosse rcalizz11bile, anche noi anarchici 11otremmo inserirci in ialc sistema di go,·emo. Ma gli enormi difetti cd errori che il Fenoaltea denucia, sia nelle is1ituzio11iche 11rc1emlono di ra11• presentare il l)OJJOlo, sia nei J)ar1iti, sia in tulla l'organizz:u:ione così come si 1>re• senta nell'auuale sociclà, dicona che non si tratta soltanto di cambiare il Sistema m:• 1u11a I.• strullura sociale. E' dal basso ( e l'autore lo metlc bene in evidenza) che bisogna incominciare pcrchè il popolo ))ossa esereilare la sua sovranità. Bisogna che i milioni di italiani che ancora oggi sono plebe eausa l'ignorimza in cui vi– ,•ono (abbiamo 13 milioni di italiani che non sanno leggere), causa la miseria ( 11bhia- 11102 milioni di disoccu1,a1i cronici e 4 mi– lioni di sot1occ111>ati)si trasformino in cittadini. Bisogna che il popolo abbia mo- 1 do di at1i11gcre a fo111ioneste di informa– zioni J)Cr Jloler.;i formare una coscienza 1iro1iria (invece il 90 11crcento della gran– de stampa è con1rolla1a dalla Confintcsa e la Tv e la Hadio sono mono11oli del go– ''Crno cicè del JJartilo O.C. che sta cleri– calizzando l'Italia). Bisogna che il po• polo tro,•i aiuto nelle fonnazioni politi– che II cui aderisce, i1l\'cce 11011 ne trova nè a Des1r.i, nè al Ccnlro nè a Sinislra. I 1iartiti, anche quelli dei la,•ortilori, sono dominali dall'a111,arato (,•ivono sfru11a11do il mito che si è cos1i111ti101111ornoad essi) cd il funzionario si 1Jreoccu11n11iÌIdi con• scrv::irc il 11roprio 11osto che della fame tld bracciante o del disoccu11nto. li buro– cratismo ha spento nei 11arliti di sinislra 1u1tc le capacità rivoluzionarie. Bisognerà (cd in c1ues10 concordiamo in pieno) che il 1io11oloincominci ad cscn:itare la sua so• vranili• 11clgoverno locale, do,·e può con· crc1amcnle « conlrollare i settori sempre 11ill vicini agli interessi specifici dei cit– tadini, i <1uali si educano a conciliare gli interessi particolari con gli interessi gene• ralì, se alla cura dei 11rimi si accom11agna l"educazione dei secondi... (cd) un popo– lo abi1un10 cd educato all'autogovemo non ha da 1cmcre di11a111re :o (in,•ece i nostri go,•erna111isi sono ben guardati di lrndur– re in 11110 le disposizioni della Legge fon• damcn1alc relative al clecentrnmenlo poli- 1ico ed mnministrati,•o, all'abolizione del- 635

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