Volontà - anno XI - n.11 - novembre 1958

la J)refettura che C una ,·era istituzione dit• toriale). Ed ancora molto imponante per l'eser• cizio delb •ovranità popolare è la paneci• pazione dei lavoratori al funzionamento dell'azienda, della fabbrica, dell'impresa in cni lavorano. affinchè il lavoro non sia sohanto 11110 1forzo bruto o meccanico mn diventi re111onsnbili1à e pensiero. Ques1a, secondo noi, è .la ,•ia buona da seguire. Tuna 111 storia è là a dimostrare che. qunl- 11i115i Stato, 11unlunque sia la fomrn di go• ,·cmo t.he esso dà, e qualunque 1iano le is.1i1uzioni 111cui si regge, è sempre uno 1tnimcn10 di oppressione deUn 1ocie1à, ed hP sempre rap11rcscntnto l:t difesa e la eon- 11cn•atione degli inlcrcssi costiluiti o quel. li ili gru1111ie classi privilegiati. (Anche se uoi siamo al di fuori, dt1to il 11011ronello rilìuto di qualsiasi sistema ,li governo cd il nostro a11cggiamen10 nnli• parlitico, delle critiche dell'autore, 11ol!iamo ugualmente trovarvi. 11el libro, ulili inse– gnamenti, quali per f'Sempio: il do,·ere di non vi,•cre mai sui miti. ma di prendere bene in 1:011si1lera1.1ionc le situazioni reali. la nece1si13 di essere aderenti alla realtà sociale in ,:ui ,•il•iamo, di :werc idee chia– re su quello che si vuol perseguire; dì fore che ogni individuo, ogni grnJ>PO di,·enli 1111 et:ntro di :111ivi1à o di 1111diodi 11roblc– mi locnli, un rentro di informar.ione e tli discuuione. unn cellula di vita rlemocrnti, cn che 111entrare nel vil'o dei 11rohlemi concrcli, Chi ha la pretesa di voler solli• mire nd 1111 cinto ordine sociale 1111 ahro che crede migliore, de,·e fare quello 1for. zo. se non ,•uolc essere uno dei lllnli in hnlia delle forze cl1esono nemiche di ogni progresso. e ri1111ovamc1110 1ociale). C. B. IONAZIO SILONE a lVANANISSIMOV Un dialogodlttlcllo O11cre Nuo,·c, Cnsela Postale 21J Homn--Centro, 1111gg.79 L. 300. Fra i lenori di Volontà ci ,nrnnno al– cuni che ricorderanno che del diah,,o che ci fu, dopo il cosideuo «disgelo•• Ira in• 636 1cllc11uali dell'Occidcutç ç dell'Oriente, al centro del quale ,•i era per l"Oeeidcn1e I• gnazio Silone, se ne 11arlò Ili queste pa– gine {Yolonuì, n. X, 11. 8, 30 ml'lggio 1957). Forse ricorderanno anche che Ignazio Si. Ione, al conl'egno di Venezia nel marzo 1956, con i suoi i111cr,vc111i che ernuo ap– pelli all'anticonformismo, nll'nu1odccisione. nlln sah·ngunrdia dei diriui dell'1111elligen• za,riusei a far acccuare dni ruui, cd in parlieolar modo dPlll'accadcmico Aniuimov, il principio di ri111>ontlerea domantlc scriuc sulle quali n,·rcbbcro a,•u10 eomo• ,lità di riOeuere. A ilCguito del comegno di Zurigo, che seguì a quello di Venezia. Siloue foce 11ervenire ad alcuni scrittori russi un t111e- 6lionario, che co!lstnl':t di 1111 hro,•c pream– bolo e di cinque 1lo111n111lt:, 1rnlln « con• 1li,;iouc » e sugli orirnrnmcuti dclln lcttc– ralura sovierica. · Dopo mesi di silenzio (furono i mesi d.-lla 1ragedia unghertl!le) arri,•ò a Roma la ri!J>osta di h•an Ani!llimov. il quale seri• ,·eva anche a nome dei suoi colleghi: fu l"inizio di 1111 bre,·e urteggio. ora raecoho in questo ,•olumcllo dnl 1i1olo Un dialogo difficile. lu questo scambio di 4'0rtispondenzn, rolpisee. in p:trlico1nre. la progrcl!siu « du– reun II del linguaggio dell'aecn,lcmieo iso,•ic1iro a misura rhe questi 1i nllonlann dnll'nmbiente e dni termini stessi in cui il « dialogo» hn lll'uto inizio. Mn sempre più ,•icn d:ito di rif1encrc che In eondizio– ne di ogni dialogo è che gli interlocutori siano liberi; e gli intellcuunli l!ovietici, come dimostrano queste pagine. 11011 sono liberi (e come lfl dimo!tra il ca!O Pa– stcmak). X BIUSEPÌ'EOALASSO La riforma agraria In C1l1brl1 Ediz. Opere Nuove. Cnsclln Poslale 211 Roma-Centro, pngg. 75 L. 300. Non molti sono gli 11mli qunlilìcati dc• dica1i ai fenomeni politici, economici cd anche sociali che act:ompngnano il proces•

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