Volontà - anno XI - n.11 - novembre 1958

libera e piì1 dignitosa, anche se il, titolo on.orari.o di « onesta » spetta solo alla prima. In alcuni paesi cosiddelli « inci– vili » non v'è distinzione tra amore e prostituzione e quest'ultima, sem– mai, non ha ragione d'esistere nel modo concepibile nel nostro mondo cosidd'ello «civile». Scrive René Gnyon in proposito: « Nulla di tut– t.o ciò presso la donna delle altre razze, quando la sua logica nalllrale non sia stata influenzata da quell'e– tica tanto speciale: darsi è per lei un atto normale e benefico al quale es.,a si decide rapidament.e; lo com– pie senza confusione, non ne arros– sisce nè lo rimpiange; goduto il pia– cere re.,ta alla pari col suo amante. lieta del piacere condiviso, fiera di averlo procurato. Questa era la mentalità a Tahiti, che s1usi.ue an– cora in molti paesi (. ..) ». La civiltà occid'entale, evirata dal !)iii foroce proibizionjsmo antise!l• suale e specialmente dal cristianesi– mo, fiero depositario dei pili anti• chi 1nbì1 nntiscssuali, cnrnueriz:r.atn ancorn dal predominio del maschio ~ulla fommina e dallo s(ruttamenlo umano elevato a l'-istenrn, f' <1uindi dalla povertì,, e quindi dalla men• talità venale di vendere ogni cosa (la proprin coscienza come il pro– prio corpo!) pur di vivere, è matri– ce di prostituzione professionale. Occorre soffermarci sulla genesi so– ciale di tale 11rofessionism.o? Dirò poche pnrole. Mettiamo da una parte il proibi– zionismo sessuale e il predominio del maschio che rendono prcssocchè schiava lo donna e dall'altra l'even– urnle urgenza economica. Abbiamo il complesso d'inferiorità, il proces- 618 so di esasperazionf', le psicomanie e perfino le alterazioni fisiologiche con mani!estazioni patologiche vere e proprie e, in un tf'mpo, In visione dell'evasione dalle leggi dcli' am– hic.nte per un maggiore senso del– l'esistenza (ragion d'essere!), per una gioia proibita qunnto ardentc– menle agognata, I' nlle11amento di mezzi per vivere o anche (1>erd1è no. se altri ne godono?) <lei lusso. Colei che riesce a reali:r.zare ciò in .,ordina, resla una donna onesta, o romunque ri,311euabile, mn quando sopravviene lo lC0t1dalo e perfino le f)Crsone pili care (come i genitori!) le chiudono la porta in faccia e In eacciano via a pednlf" eomf' un cnnr idrofobo, allora una sola soluzione è possibile: il mestiere della prosti– tuta! Questa è la tragedia fliì1 fre– quente. La donna caduta fO!-Ì trattata (mentre l'uomo può cadere cento voltC"al giorno!). si ritiene un'anor• male e spesso s'nmmola davvero, fìniscf" per odiare ,t?li nomini e l'a– more e tulio, !l'illude di dimentif"ar– si nel forno, nel vino. nel vi :r.io. Di– venia paranoica o nnrcomane o ti– si<'a. Ma in orii:;ine In pros1itutn è uua vittima della sofietò.. E 1>oi certi psichiatri sostr-ngono che la prostituzione è In tipicn de– linquenza femminile. Tu11a,•ia, che cos'è la delinquenza se non un mo– do disordinato, violento e irraziona• le di protestare <'Ont.role ingiu'ltizie e le oppressioni della società? La prostituzione, e come <felin. quenza e come organizzazione di sfruttamento sulle prostitute, e come semplice commercio dirett.o, è, dun– que, una manifestazione della « no• stra » ci"ihà profondamente amma– lata, perchè falsa ed ipocrita, p~r– chè basata su convenzioni e non sul-

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