Volontà - anno XI - n.11 - novembre 1958

IDEA DI DIO N ON SONO di quelli che han paura della puroln Dio. Se chia– miamo Dio o Natura la gran ragione 1>rima di tutte le cose, non per que– sto siamo più vicino a comprender• la. Il nostro pensiero si muove sem– pre nel guscio dei concetti ch'egli stesso si crea. Possiamo dare al mondo ccl alla vita diverse intcrpre• tazioni; ma con questo non togliamo il velo dietro cui è nascosto il gran mistero. Nè la religione, nè la scien– za possono informarci a questo pro• posito. Le concezioni materialiste é ciuelle teiste s'alternano quasi in o– gni periodo della storin; pare perfi– no che ci sia tra loro unu solidarietà. Con la loro apparizione alternata, creano un certo livellamento del no– stro pensiero. E' come una bacchet– ta che s'è incurvata da tm lato e che, perchè si mantenga dritta, deve es– sere incurvata dall'altro. Però è fal– so, pericoloso ed ingiusto voler cari– care su un certo modo di pensare la responsabilità di determinati feno– meni sociali. Senza clubhio un de– spota pnò mettere a profitto certe idee per-i suoi fini, però ciò non pro– va che un'id'ea, in sè e di per se stes– sa, sia despo1iea. Forse i peggiori deliui sono stati commessi in nome di Dio. Se si potesse dimostrare che i pe– riodi di credulità religio1m sono sta• ti esenti da guerre, odio e persecu- zioni, non avremmo bisogno di cli- 8Cutere il problema. Però le guerre religiose sono state finora appunto le pili crudeli di tutte le guerre e non c'è quasi desposta che non abbia giustificato In sua tirannia con il no– me di Dio. Le crociate, le guerre contro gli albigesi, bogom.lli ed' hus– siti, la guerra dei Trent'anni e la guerra degli ugonotti in Francia ne sono eloquente testimonio. Hitler è senza dubbio un uomo re– ligioso che si crede fermamente uno «: strumento di Dio » sulla terra. Quest'idea fanatica riappare in tutti i suoi discorsi. Però il suo ex-amico Stalin pensava con Marx che « la religione è l'oppio dei popoli». Han– no concezioni completamente diver– se sul problema religioso, eppure ambedue sono arrivati allo stesso clespotismo. l on è questa una prova del fatto che il vero problema è un pò più profondo? Torquemada, che bruciava i corpi per salvare le ani– me, era .fuor di dnbbio un rappre– sentante dell'assolutismo politico e religioso. Machiavelli e Hobbes, in cambio, non credevano nè in Dio, nè nel Diavolo e, ciò non ostante, sostenevano l'assolutismo statale. S'è !atto a Dàn\•in il rimprovero che la sua teoria della lotta per l' esi– stcn::a sia responsabile dell'egoismo sociale del nostro tempo. Però s'è di– menticato che, secondo la sua pro- 597

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