Volontà - anno XI - n.10 - ottobre1958

RECENSIONI JEANFRANCOJS REVEL Pour I' ltalle Edi1.. Julliard, Paris 1958. Il bagaglio culturale o le 1101izie che at• traveno \·arie fonti si possono mettere in– aieme su di un p11cse, non riel!Cono mai a darcene un•imagine n:ale. li giorno in cui c1 capiterà di visitaie quel paese - visi– tarlo per com:iscerlo s'intende - constate– re!ll0 clic è nwlto di\·crso. se non l'oppo– alo, ddl'imagine che ce ne eravamo fatta. Questo che è vero jlCr lutti i paesi del mondo, si a11dicc in particolar modo al– l'llalia: così almeno 1nue leggendo il re– cente lihro ili Jerm-Fr11nçois Revel, Pour l'ltolic, rlie è stato già presentato al pub– blico italiono dall'editore Lerici di Mila– no, sollo il titolo: Per un'altra Italia, L'autore di questo librn è un professore che ha soggiornato luugamènte in Italia, .specialrnente a V!.!nczia ed a Firemie. E' un profondo conoscitore della storia, della let• teratura, dcli' arte e dei costumi italiani, Os.servatore attento ed acuto, egli ha potu– to farsi llell'Italia e degli italiani un'idea concreto, attraverso i suoi contatti quoti• diani con persone appartenenti a tulti gli strati sociali, le sue relazioni, il suo lavo• ro di professore, la sua partecipazione a manifestazioni culturali e segt1endo da vi• cino i fatti più minuti della nostra ,·ita. TI libro che <b tulto questo ne è usçi– to, per la robustezza dello slile. l'incisi,·ità dei iiudizi e llei commenti, per il calore e la pas.sione dell'espressione, potrebbe esse- . 566 re giudicato un pamp/rlet. mentre è un ri– pensamento di O!IServazioni, di impressioni e cli fotti. Diciamolo subito: c,sgo è una lunga requisitoria sulla decadenza intellet• lualc e sui costumi italiani. Hevcl ,•orrebbe sfatare leggende e miti che esistono sugli italiani e cancellare im– magini convenzionali e stereotipate del nu· slro pnese che corrono in ogni angolo del mondo. Tulla uno letteratura straniera ha contribuito a creare, prima, ed a mantene• re in vita poi, un'imagine lalsa dcll'l1alia. Gli scrillori stranieri, a cominciare da Cha– teanbriaml con Lellere sulla C<Jmpagrw ro– ma,w, hanno manlenuto con l'Italia un rap• porto narcisistico, cioè hanuo voluto con• servare a tnlti i costi la bella imagine che lii CMII portavano dentro di sè. La stessa cosa accade agli stranieri che vengono in ,·acan7.a nel nostro paese: non cercano CO· se nuove da vc<lere, nf' vogliono scoprire quello che in Italia vi è di bello e d'inte• re!!lante, ma vogliono soltanto la conferma di quello che già sanno. E gli italiani si eompia'-!ciono di questa imagine convenzio– nale del loro paese, l'accetta110 ed in que– sto modo contribuiscono anch'essi a mante- 11crla in vita. Per Revel, due scrittori francesi si sono sotlratti a questo narcisismo italomane: Stendhal ed il presidente De Brosse, i cui libri sul nostro paese, pur essendo di più di cent'anni fa, sono ancoro auuali. Ed e• gli ne cita dei passi a conferma dell'csal– tezza dei tmoi giudizi e delle sue ossen,a- 1.ioni. Ciò signifira che l'Italia è in ritardo di un secolo rispetto alle civiltà moderne. E 11011 solo ha queliJto grande ritardo, ma, sempre secondo Revel, dal Rinascimento ad oggi, non ha più saputo creare opere ori• ginali e profonde nèl campo della lettera– tura eri in quello delle arti. Le ragioni di questa decadenza sono slo– riche, religiose, economiche, sociali e poli– tiche e si possono riassumere: nella Con– troriforma che soffocò ogni luce di pensie– ro P di creazione che poleva venire dall'u• mane.simo; nello spionaggio politico. reli– gioso: ne liii prescnu <lella Chiesa ( che rendP sterile immediatamente quello che tocca); nella corruzione dello S1ato; nella

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