Volontà - anno XI - n.10 - ottobre1958

hanno voluto dar prova di zelo e di atlivismo cercando con tulli i me.::i di convogliare il niauior numero di voti possibili al partito che è il broc– cio secolare della Cl,iesa; /ranno espresso la lo,o « ansia di bene>> e l'« an– sia di difendere le, fede >J con la " realizzazione di opere »i, ( non è forse , 1uello che volevt1 ed esigeva il carcli,rnl Lercaro con le sue direui'.ve al clero e al popolo in tempi di ele.:io,1i?); han,,o creduto che i nemici po– litici si potessero combattere con le stesse arni·i e gli stessi met.odi del ne– mico. Ma non si so,w accorti che dietro le /atY:iate delle loro belle costru– zioni vi era il vuota o una spessa crosta d'indiQeren::.a. Avevano dimenti– calo (ammessa che un tempo /o sopessero) che solo attraverso il travaglio del pensiero e fo meditazione interiore dei motivi cli una religione, può sgorgare l'oziotte portntrice di bene e di timore. E che sol.o in questo modo, e per nessun'altra vitl, si possono twere con si! d~gli uomini e ,w,i dei greggi. E' stato giustamente detta, a proposito di franamenti dei valori mo– mli del nostro tempo, cl1e 11 il. mondo rwn ha bisog110 cli essere divertito~ ma restituito alla serietil del vivere. del pensare e del sapere ». Abbiamo sentito proclanwre, da chi avevn grande flulorità di guidu 11elmondo, che l'uomo, per il solo /allo di essere nato, ha diritto (Il cibot ai vestiti, allt, ctua, al lavoro. E quesli. fondamentali diriui dell'uomo SO/li} sa11citi anche in qualche bella Carla. Quelle parole suonano derisione ai milioni e milioni di ge11tedi tutti i continenti che è affa11rnlt1,velle di ce11ci e non ha un tello. Anche noi ilaliani ne senliama tutta la falsità. In questi giorni le stalistiche ufficioli (da prendersi :tempre con le ,Jo. vute riserve) regislrtma l.760.000 di disoccupati. Siamo d'estate, cioè nella stagione in cui l'indice di disoccupt1:.io11e è sempre il più bassa. Tuttovia. siamo sempre vicini II quei due milioni che da anni ci trusciniamo dietro e che costituiscono una delle piaghe peggiori del nostro paese. Afo nella cifra che la 1/alislica ufficiale ci ha dato, vi è qualchecosa che è quasi tra– gico: include 530.000 giovani che sono i11 attesa di una prima occupa:.ione. Cioè, nel nastro paese, vi sono più di me::.:.o milioni cli giovani che inco– minciano a vivere la loro vita cli uoniini non sapendo che cosa fare delle loro braccia, e, non avendo nessuna preparazione per un qualsiasi mestiere, ( e come potrebbero ,werla se mc111canoin Italia scuole o istituti per dar– gliela?) rischiano di rimanere disoccup11t.i per sempre e debbono incomin– ciare a vivere di espedienti, di lavori che non sono lavori e molti di essi finiranno per aumentare il numero dei delinquenti. E l'avvenire del nostro paese è rappresentato 011clieda quei giovani. E' diventato un luogo comune dire che la civiltà cli un paese si misura dal pieno impiego della suo popo– lazione attivo e dalla assenza di analfabetismo. A noi manca il pieno im– piego. ed abbi11mo tredici milioni lro analf11be1i e semianalfabeti. La Sviz::.era sta dandoci u,i. esempio di come si eliminano i mali sociali. 1 Sono le parole ro111c11ulenell',c ApJ>ello dei sacenloli della diocesi di Ccsf'na 3' loro popolo :11 per gi11s1ifican;i di avo'!r preso danaro da Giuff'ré 514

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