Volontà - anno XI - n.10 - ottobre1958

manifostazioni della dignità umana. Ma il lavoratore statale non si sente impegnato in quello che (a non solo perchè non è coointeressa– to nell'impresa, ma anche perchè non si sente responsabile in ciò che concerne i fini della produzione. No– nostante i rugiòuamcnti e le risorse della dinlctticu, l'operaio delle im– prese di Stato non ha la sensaziom· di lavorare per sè o per la società. Lavora per lo Stato, per quell'enti– tà dove tutti i capi, sonocapi, fun– zionari piccoli e grandi giocano a scaricabarili. E la mancanza, in generale, di uno scopo preciso, co.nereto nel lavoro si somma alle altre ragioni d'indiffe– renza, di negligenza o di pigrizia. Kropo1kin ricordava che tulle le civiltà del passato erano crollate quando lo Stato aveva raggiunto il suo apogeo, quando la ,,ita era di– venta111più statalizzata. Ma uno de. gli effe1ti più micidiali della stata• lizzazione è la scomparsa della re• sponsabilità individuale e collettivi., che finisce per rovinate tutto e tUJ· to paralizzare. Lo Stato è la morte. perchè ogni individuo pensa che il governo o la sua burocrazia troverà sempre, nella sua onnipotenza, le risorse che gli permetteranno di sup· plire all'insu(ficienza del suo sfor– zo. Così tutta In società abdica ai suoi dov('ri. E non producendo quanto sarebbe necessario per 1110.n• tenere se stessa e lo Stato, avviene il crollo dell'una e dell'altro. Un princi1>io della pedagogia mo– derna dice che per ottenere dai ra– gazzi il meglio della loro personali– tà e 1>crsvilupparla, bisogna dargli un compito d'a svolgere, una respon• sabilità direlta. Questo princi1>io che si fonda sullu conoscenza posi– tiva della psicologia umana, è vali- do anche per gli uomini. Vi sono colonie negli Stati Uniti dove non e' è nessun adulto, dove i ragazzi stessi debbono risolvere i loro pro 4 blemi e assicurare il (unzionamento normale dello stabilimento: sono scuole di auto-governo in cui ognu– no ha la sua responsabilità (sel/•go• vernment). Ebbene il sel/-govern– ment è un principio essenzialmente anarchico. Agire, orientarsi da sè, secondo il proprio pensiero, la propria coscien• za. la propria volontà, suppone la non-necessità d'una direzione, d'un governo esteriore all'individuo. La responsabilità che ue deriva svilup– pa le facoltà individuali. Non è quando si pensa per altri, quando iii decide per altri e si agisce per altri che altri può sviluppare le sue (acohà creatrici, la sua intelligenza, ma solo quando altri davanti ad un compito che esige più di quello che abitualmente dà e so1>ralutto quand9 sa che da quel suo compito, se egli non riesce a [arlo, può venirne dan– ni a dei terzi. Anche qui responsa– bilità e solidarietà si trovano unite. Ed è proprio lu concezione liberta. ria della vita socinle quella che fa più appello a questo sentimento. Innanzitutto perchè la concezione libertaria esclude quel mostro che si chiama Stato e (a appello ai lavo– ratori, alle loro organizzazioni, e poi perchè i lavorntori essendo essi stessi gli organizutori o gli esecuto• ri di queste diverse attività, sentono maggiormente lo scopo sociale e la responsabilità del loro lavoro. L'auto-governo è una presa di co• scienza che eleva gli individui. GASTON LEVAL (continua) 535

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