Volontà - anno XI - n.10 - ottobre1958

clarulo ch•lle •onenzioni con il dana– ro prele,ato su nuove tasse. L' economista argentino Bunge pubblicò, ,erso il 1934, un libro do– ve confronta,·• i risultati ottenuti in uno stesao genere di produzione, nelle blCSiH" eondizioni. tra imprese di Staio cd imprese private. Sono senq>rc qucsle ultime che producono a migliori 1nezzi e questo aecnde in Jivenii 11nesi. Gli straordinari ri• suhnti ottenuti dall' industria degli Stati Uniti durante la seconda guer• ra mondiale non erano opera dello S1a10. II governo aveva incaricato gli indu~criali di realizzare un pro• grammo. ch'egli aveva tracciato: non ha comrne~so l'errore di volerlo rea• lizznr<' eP.so stesso, o per mczzo del– l'organiu:nzionc stalale. Ed Hiller, iu g1'11erule, seguiva lo stesso melo• do. La fumosa linea SiegfrC'd, ('O· struitn in un tempo record. [u ese• guita da imprese printe. 1 E' un fotto onnai accertato che l'operaio o l"impiegato ,:he lavorano per lo Stato producono di meno di coloro che lavorano pt>r 11Ua impre-• sa privata. Vi è una psicologio. si potrebbe anzi dire WHI psicosi, sta• 1 La rapidt1 e spcuncolnre ri1u·e~11del• 111 Ccnnania dopo la seconda gucrrn mon• diale e 11n11inn111ziiu110 o~ra dell'inizia• 1in priuln. La Cennania ha rÌ('C\<UIO da• gli S.t:.• in danaro liquido. c-itta un rni• liardo C' n1c-no di dollari. c-d ahttllanto in prodoni. l..a Francia ha ric-ernlo più di Ire miliardi in danaro e due in prodoni. Ben• eh~ le 1ue condizioni foMero migliori di ,,uclfo della Cermania, 1u11n ia la 1>111 ri• JJl'f'III e s1111amoho meno ra11ida.Una dc11o pri11ri1111li ragioni e s1a1a In mn11omi~1ione dello S1n1n sull'economia e lo ~ei1111io,in• controllnhilr, che esso lrn fouo tic! ilnnnro riceHIIO, 534 tale. Salvo qualche N·cnione, quan• do uno diventa un la.oratore statale (in qualsiasi ramo) non si sente più un vero produttore ma un individuo slatnlizzato, e lavora il meno possi• bile cercando di guadagnare il più possibile. E chi vuole un posto si– curo e riposante, cercu generalmen– te di entrare in un'impresa statale. Abbiamo visto, nel genere di pro• blt>mi che ci interessano. che la re• epon.sabililà ha due aspf'lti: quello di proprietà e quello di solidarietà sociale. Al contrario di quello che cercano di far f'rederc i tecnici ùel diritto statalt-. i giuristi, i propa• gandisti ed i polilici, i minatori, i ferrovieri, i lnvorntori in genere non si sentono coo1,ropric1uri dcli' im– presa in cui lnvornno. li proprieta– rio è lo Stato e isi ho un bel ripetere al lavoratore statulc> che lo Stato è lui: egli sente che non è vero e che lo Stato è uua macchina impersona• le enorme, situata al di fuori e 1 al di sopra di lui, che gli ordina di la• vorare e sulla quale non può agire. E' lo Stato che è proprietario del– In miniera. dell'officina, della fer .. rovia, non 1'01,crnio nò i suoi com• pagni di lavoro. In un'aziendn pri• vala, l'operaio può essere più diret• tamente intt-rcssato al buon Cunzio• namento dell'impresa, alla qualità della produzione penhè sa che al• trimenti l'azirnda potrebbe cessare di \ ivere ed egli t1i trovt>rebbe senza lavoro. Vi è anche, benchè ciò CO· stituisea in parte una negazione del• In lotta cli clossc, una certa solida. rielà con I' im11rc~ario, non tanto per srrvire i ~uoi intercRsi quanto per amore d'el luvoro ben fati.o, il rhe rnstituiste 111m delle piìi alte

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