Volontà - anno XI - n.10 - ottobre1958

etc. bisogna accetlnre lo Staio come il « minor· mole l.>, Mentre si è i·isto che ~mchc là <love si affermava d1e lo Stato si sarebbe estinlo di n1orte naturale, C nato il pill wa-. t.toùon1ico e moslnioso degli Stati. Ancora noi 1liciaino: ogni organizzazione che contenga un briciolo di autorità o di comando è destinata a diventare un organo di asservimenlo di nomini. Infatti, oggi si denuncia l'ipertrofia defle sovra$lrullllre e il mostruoso potere degli appruati dei par– lili. Però, si con1inua a manteuerc in vila tulio quello che sfocia i1, 11uci mali e pe1. sino Ira i partiti che vogliono rappresentare gli strati pili bisognosi del popolo, non si rinuncia affauo a servirsi di apparati. Noi diciamo, anche, che il sistema rappresenllltivo è falso, deleterio per chi lo su-· bisce, cioè per il popolo. }l:lolli non anarchici ne denunciano errori cd orrori gravi quanto quelli che tltnunciamo noi. Però essi l'accettano come il << minor male» (rinunciando in anticipo a trovare un sistema migliore) e ))llr sapendo che è un metodo 11seudo(lemo– ua1ico. E 11011mancano amici bene ir11enzio11a1iche vorrebbero convincerci ad accel• tarlo anche noi. Ora, è il rifiuto del « minor male~, unito alla ,·olontà di cercare, provando e ri– pro,•amlo, 1rnssa11doauraverso inevitabili errori, vie nuove che sbocchino finalmente in un vil•ere sotialc in cui gli interessi umani siano rispettati e rap11rcse11tati da ogni indivi– duo che sta il Jlrofondo signilìca10 del nos1ro pensiero e attcggiame1110 anarchici. Da soli, l'nbbiam 0 dello altre vohe, n,rn possiamo fare gran che, ma se tulli coloro che accet– tano il II minor male» lo ri6utassern e 91 adoprassero per una loro scelta, anzichè la• l!('illnenc imporre una, Javorerebl,ero per la Socielà e su (loella ;_itr;ula 1,0,•trcbbero cer• 1a111e111e anche noi anarchici. V. LICENZIAMENTI JI caso dei 510 operai della lo11cia di Torino, C'he erano stati minacciati ,li licenzia• mento e <lei <11rnligià per una parte è s1a10 effettuato il prov,edimeuto, ha destato interesse e solidariet3 ira i la,·oratori di tutta la dttà. Persino i parlnmcnt:iri, i diri. genti sindae:ili si sono mossi ed hanno fatto inten•enire il ministro del lavoro on. Vo– gorclli. Se tulli i licenziameuli uon sono stari e!Jct1ua1i è <111asieerto che lo si deve alla promessa di sovvenzioni governative alla ditta in crisi. Ancora una ,·olla si cerca di tamponare una falla con qualcbecosa che 11011 eli– mina affatto le cause del male. Se con del danaro è possibile alla Lm1cia di rimettere in efficienza la sua fabbrica, dovrebbe farlo senza inten•enli dello S1ato, cioè senza il danaro Hi noi llllli C'ontribucmi italiani, auingentlo ai guadagni realizzati duranle il lungo pcriotlo delle vacche grasse. Ma si tratta, a quanto pare, di ben altro: di mercati d'automobili samri ov11n<111e (in America, in Francia), di alto cos10 della 11roduzione, di sperpero di danaro in coslosissime inuiili macchine <la corsa, di incapaei1à direlliva. I soldi che il go,·crno darebbe sarebbero, presto sperperati e la situazione della lancia ri1ornercbbc ad essere t111elladi oggi. Ben altro occorre per assicurare ai lavora1ori il di• ritto al la,·oro. (\/iene da chiedersi però come mai per i licenziati di altre dine, di località C'he non sono dei ten1ri industriali, nessuno si muove? Dove è la solidarietà di ('/asse? Le risposte sono facili da darsi). 524

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