Volontà - anno XI - n.10 - ottobre1958

principio di libertà non è rappre– sentato solo. uè princi1,almente, dal– la pluralità dei partiti: esso germi– na in tutte le attività dell'uomo, da quelle i.iodacali a quelle artistiche. Finchè la tirannia non vi è totale, essa è fragile. La Francia è senza dubbio anco– ra lontana da una prova così fune– sta; ma è importante rendersi con~ to in che senso il recente colpo di Stato sia un primo e serio pas!.O ver– so di essa. E' del tutlo evidente clw Jo scarto tra la reale situaziolle del– la Francia nel mondo d'oggi e la nozione che dimostra di a\'erne la sua classe dirigente, si è paurosa– mente approfondito. D'altra parle, l'imporlanza parlamcnt.aristica e la sedizione militare ap1rnrtengono al– la sintomatologia dello stesso mor– bo: l'ipenrofia delle sovrastrutture. Siccome di queslf" fanno parte anche gli appara1i dei partiti, sarchbé di(- ficile dire quali possibilità di espri– mer~i abbia ora il popolo france– se. Chi rappresenta i suoi reali in– teres~i umani? ln una situazione si– mile la responsabilità degli in1el– lettuali diventa pesante. Non ci sor- 1nende lo stato di smarrimento e d'imbarazzo in cui sono caduti mol– li scrittori, anche tra i migliori. In un paese di tradizione democratica l'intellettuale è indotto ad' aC6darsi al diritto inearnato nelle istituzioni. (,)uanclo {jUeste entrano in crisi, e– ~li si sente allo sbaraglio. Qualcuno può anche credere che da queT mo– mento cessi il compito dello scrit– tore; invece è da quel momento che esso ridiventa quello che dovrebbe Sempre essere, una funzione e w1 rischio; dalO che. per sua natura, lo scrittore appartiene alla società <' non alle istituzioni. fGNAZIO. S11..0N6 In questo scritto di Ignazio Silone. clw abbiamo preso da Tt>mpo Presente. n. 8, agosto 1958 ed il cui titolo era « Giostifìeuioni errate"· vi tr<n•iamo c•presso. con mag– giore acutezza e con argomenti com•incentì. il nostro alleggiamento di honte agli avve– nimenti franee~i del maggio-giugno 11.s. « Il minor male• merita davvero la qualifica di /amigernto. Non r'è ormai nessuna situazione politica o sociale, nel pii1 piccolo o sperd1110 ,·illnggio o in campo in• lernazionale, che non metta gli tiomini di fronte alla necessità di .iccellare il "minor male». EsemJ)i ne ha da10 SiIone. E si po1rebbe ricortlarne altri che fanno parte della nostra storia recente: l'ari. 7 (anch'esso famigerato), i,1cluso nella Costituzione per Hl– vare la pace religiosa; l'adesione al Patto Atlantico per impedire che l'Italia ,•cnisse sovietizzata; cd oggi la necessità. sempre per ~ongiurare l!Uel pericolo, tli inslallarc nel nostro paese piste di lancio per i miMili: e domani ... quella di lasciare agli a111ericani il pieno uso di quelle basi. senr,a tener conio dell'opinione e della vita stessa clegli ita– li11ni; le elezioni poli1iche del 1948 e del 1953 per cui il .-iinor male cm di ,·ol!m• D.C. ( e tutti sanno quanti e gravi mali siano piombati sugli italiani per aver aCC"f'tlato quel minor male). Quando si è pronti a ce<lere qualcheeosa con la s1,eranza di salvarf' qual– checos11 d'11ltro è certo che si finisce per perdere il tutto. Giustamenlf' Silonc dice che il « minor male f) è all'origine di ogrti capit-Olazione. Ed è proprio il rifiuto anarchico <lel «'minor urnlc » che spiega J'i11sieme del no– stro a11eggiamen10 di fronte agli avvenimenti e ai fani sociali. Noi diciamo che lo Stato è il grande nemico della Società. Molti. che non ~ono anarchici, ne sono convinli, in parie o in tutto, però essi dicono ... nelle condi.ioni'. attuali de/l'umanirà ... dalo che gli uomini IOno quel che 9ono ... datQ che n(m ,i ,aprebbe ancora cl,e co,a sostituirgli di meglio. etc. 523

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