Volontà - anno XI - n.8-9 - agosto-settembre 1958

crata non è. forse un artista superio– re che ha rifiutato il volgare e la bruttura e proclamato l'azione come un'arte di vivere? « L' artistocrata, non riconosce nessun padrone, non prende ordini che dalla sua coscienza. L'opera d'arte è la più alta espressione della libertà e ]a vita deU'artistocrata, che è un'opera d'arte, realizza la libertà integrale. L'opera d'arte è un equi– librio: la sua vita è l'equilibrio del sentimento e della ragione, dell'azio– ne e del pensiero. Essa è una sinte– si di aspirazioni nobili cd elevate, cli armoniose realizzazioni )>. Quesl'affermazione non deve sem– brare orgogliosa, essa contiene mol– te nobili aspirazioni, e poichè l'esi– stenza stessa di ogni artistocrata è sopratutto un'opera d'arte, è ugual– mente un'opera di sincerità, di li– bertà. L'artistocrata si commuove in presenza della vita. Comprende ciò che essa è, ciò che dovrebbe essere. In lui è nato l'uomo nuovo. Non si può negare che vi sia ,m certo eroi– smo nell' artistocrata, ma non per questo, non per il fatto che l'uomo migliore esiste, ne deriva che a que– sta razza futura che costituisce l'u– manità beBa e superiore e che, se– condo l'espressione di Lacaze Du– thiers deve servire di « guida e d'e• Sempio ai viventi n si può dare il preteuzioso nome di élite. « L'arti– stocrazia non è un"élite ». E l'arti– slocrata non è neppure un super– uomo. Disgraziatamente, eia troppo tern• po la mecliocri.til dei superuomini governa, e domina in <lucsto modo che è in balia delle peggiori follie. Ciò che caratterizza l'arlistocrata è che in seno al mon<lo, in cui si è trovato lrapiantato, non cessa di ri– bellarsi, di .rifiutare la costrizione, di rifiutare la sottomissione a qual– siasi autorità. Ma sa giustamente che 1< la potenza dell'arte trasforma l'io• divi.duo. A _sua volta questi lotta per trasformare l'ambiente». Ma l' arlistocrata non si mescola alla politica: rifiuta di partecipare alle competizioni elettorali. Siccome nega l'autorità dello Stato, rifiuta di governare, non va in Parlamento. E– gli desidera sostituire aU'autorità dello Stato la coscienza individuale. L'uomo-artista non pratica lo stes– so diritto, la stessa morale, gli stes-• si doveri deai,i altri uomini. Costi-• tuisee uu « potere» individuale in ~eno aJla stessa società « l'autono• mia della coscienza, basata su una concezione estetica della vita » gli fa rifiutare ogni legge di bruttura che· tenderebbe di opprimerlo. La sua lotta contro la mediocrità è costante, le gracili leggi della po– litica non l'interessano affatto; non è sen'O delle abitudini, è in rottu• ra con la vita fittizia e si eleva al di sopra di questa pretesa civiltà P. proclama una ((concezione più eroi– ca della vita ». Utopisli, idealisti appassionati, superuomini: sono e– tichette che bisogna abbandonare perchè testimoniano soltanto della odiosa malattia del « catalogare ». L'artislocrata ,,i,•e la sua vita in bel– lezza in seno alla società ch'egli cer• ca di modificare senza nasconderse– ne le cliCficoltì1,perehè non crede al miracolo, dato che è scettico senza essere, però, indifferente, disgusta– lo, e annoiato. Confonde l'amore del– la vita con quello della bellezza, vi– "e la sua vita per arricchirsi e se– non accetta le fondamenta dcli' am– biente sociale llon è perehè egli i•

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