Volontà - anno XI - n.6 - giugno1958

ne sappia. E non lo saprei io? E non porto nella mia coscienza un codice? 1 banchieri possono lasciare la loro coscienza a pié delle Alpi e ri– pigliarsela al ritorno; ma io la porto dovunque, perché là dentro ci sono gli uhimi ideali che ho potuto salvare dalle delusioni. Voi scrivete che è opera di buon cittadino questa mediazione, cd io vi dico che è opera di onesto uomo non far mai ciò che si ha bisogno di tacere e di coprire. Ed ora, credetelo a me, che non ho dn chiedere nulla e neppure d'a accettare, voi non incontrerete un italiano che non si auguri buone relnzioui con la Francia, non per i buoni affari, ma per la buona ragione. Ln d'emocrazia italiana non è ricca; ama il decoro e la libertà della Francia e dall'oro francese non si lascia abbagliare. Io cd i miei amici non pronunzieremo il vostro nome, qui noto e stimato; ma voi avete l'ob– bligo di dire ai vostri compagni che in Italia il sentimento della dignità è vivo, e che, se nn giovane italiano, da noi educato, dovesse scegliere tra il canape austriaco e l'oro (ranccse, senza un istante di esitanza si dareb– be al canape. G1ovANN1 Bov10 2 A Luigi Giura Ministro dei Lavori Pubblici, « Ieri Ella m.i lta comunicalo un decreto, che mi nomina Direttore del Mini.stero dei Lavori Pubblici. La ringrazio dell'onore che m'ha voluto fare, ma per mille ragioni non posso accettare quest'ufficio: e, mi permetto solo dire una, e la più. semplice. « A mio credere, ogni onest'uomo deve fare quello che egli sa fare; ed io non s0110 uno di quei J>oclii.ssimiche riescono bene i,1, tutto, né uno di quei molli, che pretendono di saper tutto. Non, ho le cognizioni teoriche necessarie ad un Direuore dei TJavoriPubblici, e non potrei, senza danno pubblico e senza rimprovero della mia coscienza, togliermi ,m carico mag– giore delle mie forze. Però La prego di accettare la mia rù11mciti. LUIGI SETil-:MDRINI 1:ra le 1.1111c leuere dei lettori della 1>0J1olnrerubrica • Speuhio dei 1c111pi • del q1101idiano La S1ampa. ,•i crnno (IUCIIC due che abbiamo ripubblicalo e t.hc vole,•ano essere un 8ignifica1i,·o commen10 alla di11011es1à,aU'arri,•ismo che t.arnucrizznno il co- 1-lumc politico di oggi, 111,ecialmenrc dur:111110 i periodi elcuorali. A confor10 dei nostri ltmpi, diciamo che il seme degli uomini one11i non s"è 1>er• duto, 11c111mre tra coloro t:he 11ar1ccipano auivamente alla vita poli1ica. Pro11rio rccen· 1emcn1c, in 1-·rancin, Danicl Ma,·cr, dcpu1n10 11ocialis1a fin dalla Liberazione, segre1ario generale del 11110 p:1r1i10quand'era c-laudcs1ino, vicino c0Uaborn1ore di Léon Blum, h:1 dn10 le dimissioni di dc11111a10 perché nella sua quali1à di Presi,lente della Lega dei Di– ritli dell'Uomo si creav:1 11. u11'a11ti,aomiacli /atto tra t'i11dispen$abile rigore della Lega ,~ l'inevitabile com,,romesso clcll'aritmctica parlamentare ... Il dilemma è: intra11$igcn::.a o compromet.so . lo credo t.empre più 11cll'at1uale periodo, alla rieocssilli della imran.si• ge,1:a: clella cliiarc::a i,i.somma, della sit1~ri1ù. I giovani oggi la esigano, I'a1tl't1dorio e 11ot1compre,idot10 che si tardi tonto n dargliela it. Y. 347

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