Volontà - anno XI - n.6 - giugno1958

Ge3tapo •· E 1m ~i prova angoBcia e dolore per il torturalo, Bi è J>resida vertigini davanti alla follia del tor• turatorc, il quale non è un camefi. ce di profeS&ione ma lo diventa im– provvisamente, così come lo potreb– bero diventare tanti degli uomini per be.ne con i quali ognuno di noi hn dei rapporti sociali. Se non si vuole daV\'Croche questa pee1e divori il mondo intero, è ur– gente che scienziati, psicologi, me– dici guariscano l'uomo dalla paura che ha del pro1>rio simile. E' un compito qnesto ben piì1 importante e salutare dei tanti nitri in cui oggi studiosi e scienziati sono impegnati a fondo J>Crcon<1uistare gli spazi o per nrrivarc nella luna o in altri piane1i. Potesse, almeno, il messaggio con– tenuto nel libro di H. Alleg essere capilo e raccolto d'a tutti gli uomini del mondo: anche là dove 6no a ieri ~i torturava « &eientificamcntc » e da do\'e mai nessuna testimonianza ha potuto uscire. Potesse far capire che la « tortura » è abominevole, è un ignobile crimine sempre, in ogni momento, chiunque sia a servinene e qualunque scopo essa serva. Che non deve mrti tro\'are nessuna atte• nuante e tanto meno giustificazioni. Bisogna ripudiarla con ribrezzo ed orrore, sin che siano noi ad e8scr– ne ,•ittirne, o i nostri nmici, o il no• stro popolo, o la nostra razza, o i nostri correligionari, sia che i cnr• neftci escano pro1lrio dn coloro che consideriamo « i nostri ». Hcnry Alleg è comuni1nn: non c'è stato nessuno che non si sia schiera– i.O dalla 111ua parte, che non abbia 312 condannato la barbarie di cui è &La– ta viuima. Alla camera dei deputati francesi si sono intese vive proteste contro il governo (anche di demo– cristiani) per le cose ignobili che ac– cadono nelle carceri algerine. E cosi è accaduto in tutta la stampa mon• diale, di qualsiasi colore politico o religioso. Non è per dimi_nuire la tefltimo• nianu di H. AUeg, ma è per trarn(" un insegnamento di più, che noi diciamo che mai ne!Sun comunista protestò contro gli orrori del perio– do staliniano (che si conoscevano molto prima del rapporto Kruseiov) e che i pochi comunisti che li con, dannarono e condannarono più tar• di la feroce repressione so"ietica in Ungheria dovetlero mettersi in di– sparte o uscire dal partito comu• nista. Quando si tace (ed è questo l'in– segnamento a cui si è accennato pri– ma) sulla ferocia e sul ludibrio di un sistema, indirettamente si aiuta a rafforzarlo, a diffonderlo e a per– petuarlo. Per questo diciamo: ciò che ac• cade in Algeria riguarda tutti noi. riguarda l'umanità intera. E noi !!in– mo oggi con H. Alleg e con tutti ro– loro che nelle prigioni dell'Algeria attend'ono il loro turno per e111serf" sottoposti alla loro razione quoti• diana di « tortura ». Ed al respon• sobili gridiamo: basla, non disonoro– levi maggiormente, non avvilite nn• cora di piì1 la nostra umanità. v.

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