Volontà - anno XI - n.5 - maggio 1958

to a scomparire come i gL·andi sauri, i grandi anlichi bestioni. La scienza è oggi pili che mai una Rivelazione: se non finisce per aiutarci a salire verso l'ideale (pace e fraternità) vuol dire che essa è clestinata a prepararci la fine dei grandi sauri. Non le domandiamo una risposta all'enigma del mondo che essa indaga ('.OSÌ. Lcmerariamcntc e felicemente: uon varrii mai a sostituire mm religione. Che auzi, cerca invano oggi ancora, se leggo bene i duri lf'Sli, una equazione e,,frema, saprebbe l'Universo stare final– mente nei gangheri? Resta pur sempre che la Scienza mira a un idcalç unificatore: onde vorremmo domandarle di rivelarci, con il mondo, il sno mondo fenomenico, anche il fenomeno uomo, che del mondo fo parte e per cui il mondo esiste, Non <'h'io creda alle « m,agnifiche sorti e progres– siye )); però, è appunto il mio pessimismo che mi induce ad operare, con i miei simili, come un otlimista sereno. Noi subiamo un regime sociale come un male necessario o non ancora evitabile: hisogna dunque attenuarlo il più possibile, e soprattuuo non assoggeltarvisi ad essere complici. JJ gioco della vita sociale si svolge :ml piano di una menzo~na convenula: bisogna dunque svergognarla quando e quanto è possibile, e scmprf' a\'crla presenlc. Fare, anzilutlo in (·uor no– slro, tabula rasa c rimellere - idcnhnenle! - tutto in ordine. La ((religione)) anarehi(·a afferma e diffonde il <<dogma)) della uni– cità della morale. e questo è il .suo ideale unificatore. Vi sono, in fatto, ed anche in teoria accettala . ..Juc morali: quella individuale e quella del gruppo. E la morale del gruppo varia a sua volta, a seconda della natura d'esso: Famiglia, Partito, Stato etc. Tutte le ingiustizie, ("Conomichc, J)oli– tiche o sociali, sono offese alla morale. Offese a un indi\'iduo o ad una J:1.ommadi individui (classe, nazione etc), cioè ai singoli onde la somma risulta. Con buona pace di Tomaso d'Aquino o Carlo Marx. reverendis– simi sempre. C'è, b('ne o male, un << socialismo scientifico)). Anche vi può essrre un« anarchismo scientifico)): ciOè non ulopistico o protestatario o morali– slico, ma tulio questo insieme, cd altro an~ora. MatcrialiRmo storico, ma– terialismo dialettico, determinismo economico etc.: e intorno a tutto que– sto tutta una metafisica; che spesso si mesce come un reciticcio. Ma il buon anarchico è come il buon samaritano: non agis('c tanto in nome di una ideologia quanto in nome della roscicnza. Opporre la coscienza ai fatti sociali è giudil'arli, <"onformemcnte alla legge: quella di Antigone, non quella dei codici. La coscienza, la coscienza cosciente, è come in.fallibile. Noi non sappiamo gran che del tempo, dello spazio, del movimento ... : eppure, sappiamo usarne alla perfezione. Così, ognuno sa o può sapere c1ucllo che è giusto od ingiusto, quello che è bene o male. Sia o non sia l'uo– mo il termine ultimo <lella creazione, tutto induce ad ammettere una conti– nuità anche psicologica tra le forme più elementari della vila e quelle più elevate. Perchè lo sviluppo non continuerebbe nell'uomo, anehe senza andare al di là dell'uomo? L'avventura del protoplasma è forse inter– minabile. Nf'lla ,·ita sociale ognuno opera come può, a seconda del proprio co~ 228

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