Volontà - anno XI - n.4 - aprile 1958

L ·altisonante apoflegma di Marx, <da violenza è la levalrice della storia », manca di sottigliezza. Le cmurrngie causale dal forcipe storico possono essere più o meno gravi, r operazione riuscire più o meno be• ne, e anche fallire. Vi sono le insur• rezioni causale dalla disperazione o dal fanatismo, e annegate nel san– gue: la violenza vi prorompe fino al– la dismisura e, dopo l'assassini.o del foto, la l)azicutc - la (( civiltà » - si lrova indebolita al punto da non potersi più sollevare. Vi sono poi i colpi di Stato che chiamiamo« rea– ,donari », in quanto generalmente bloccano o e< prevengono >> un movi. mento di popolo. Essi cominciano se111precon un uso efficace della for• za e, durante un periodo più o meno lungo, impiegano su larga sca1a la violenza per reprimere, o anche sÙp· primere, ogni spontancitù sociale al fine di estendere e consolidare al massimo il potere d'imperio di uno Staio, di un 1>artito, di un capo, di un «ordine>> inventato ad arbitrio. E vi sono infine le rivoluzioni e( li– beratrici >l, risultato della conver• genza fra le aspirazioni lungamente maturate in vasli strati del popolo e le idee elaborate in seno alla <( 80• cictà >,. Da qui. l'almosfera di gioin, di speranza radiosa, di riavvicina. mento fraterno degli uomini che av• volge queste <( albe di una nuova èra l), La violenza che segna il trion– fo di un tale movimento è altret. I.mio rcpcnlina che breve, e come simLolica. La presa della Bastiglia, le giornale del luglio 1830 e del feb– braio 1848 a Parigi, del marzo 1848 a BC'rliuo come a Vienna, a Napoli, a Milano, costarono un numero di viti ime insignificante; inoltre - par- 1kolare non trascurabile - una ge- 178 ncrositi, caratteristfoa dei vrnc1tori di tali battaglie ha sovente attenuato la crudeltà della lotta: i russi nel marzo J9}17 c gli spagnoli nell'aprile J931 poterono perfino congratularsi di aver conquistalo la libertà senza spargimento di sangue. Sappiamo, tullavia, che il sogno sognalo in tali giorni non ba domani. Il primo trionfo di un moto popolare è im– mancabilrncnte seguito dalla trage– dia; o, per esser precisi, da due rasi tragiche. E' che, da una parte, il quasi-ra– zionalismo nato nel Rinascimento non ha soltanto bonificato le paludi della superstizione, ma ha anc11c i. naridito quella che si potrebbe chia– mare la facoltà ((mitologica»: quel senso della situazione dell'uomo nel– l'u11i\'Crso, della persona nella so– cietà, della norma di una giustizia imprescrittibile e quasi incffaDile, che unisce e C'onnette come dal pro· fondo e dall'intimo i membri di una data soriclà, e grazie al quale essi comunicano in una visione armonica elci significato dell'esistenza. Gli oc. ciclcnlali si sono abituali a conside~ rare le istituzioni, le leggi, la 'Po– lizia (*) come delle realtà pil1 con- • J'appelle police Ics loix cl onlonnan• ccs qu'on a de tout tcmps publiécs dans Ics Etats bien onlounéi,; 11our régler l'oe– conomie des dvres, retrnnclu::r les ;;ibus el les mono11oles du commerce cl tles ar1s, cmpèd1er la corruplion des moeurs, re- 1ra1whcr le luxc cl b:mnir des ,•illes les jcux i\licitcs (Li-.: BR1,"T, Traitii dc la S011• verai11etii dn Roy, 1700 . Li\'re IV, Clrn- 11itrc XV). 011 J}rcn<I quelquefoi<> (le mot police) pour le gouvérncmcnt général de tous !es E~ta1s, cl dans ce sens il se divise cn Mo• narchie, Aristocralie, Démocrntie ... D'au• trcs foi:i il signifie le gouvcrnement de

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